martedì 18 novembre 2014

GITA D'AUTUNNO: LA CHIESA DI JUBAIL E TAROUT ISLAND

Novembre e' finalmente la bella stagione in Saudi Arabia! 25-30 gradi di giorno, la sera un po' piu' fresco, questa e' la stagione delle gite e dei BBQ all'aperto.

Questo venerdì (la vostra domenica) ho trascinato marito in gita.

CHIESA DI JUBAIL


Chiesa di Jubail vista dall'esterno



Chiesa?!?!?!? Ebbene si, in Saudi Arabia, paese dove non c'e' liberta' di culto, esiste una chiesa (oltre a quelle clandestine, ovviamente!). Si tratta di una chiesa di epoca nestoriana, in uso pare tra il 400 e l'800 DC. In zona ci sono altri resti di case del villaggio nestoriano. Oggi e' solo un rudere e trovarla e' tutt'altro che facile. Sebbene sia infatti un luogo archeologico, non e' evidentemente ne' segnalato ne' adeguatamente protetto. Per raggiungerla siamo andati un po' con indicazioni gps, un po' a naso. Guidando tra stradine fiancheggiate da cumuli di immondizia, siamo giunti in quest'area, identificabile solo dalle recinzioni (malridotte e con i cancelli aperti) e vecchi cartelli arrugginiti dove si intuisce si faccia riferimento ad un sito archeologico.
Che sia una chiesa te lo devono dire, perche' da solo non ci arriveresti mai. Dicono che al momento della sua scoperta (nel 1986, quando degli expat si sono trovati impantanati nella sabbia li' vicino), ci fossero anche delle croci, che oggi sono state rimosse e custodite da qualche parte. In queste foto si vede tutto cio' che resta oggi.



interno della Chiesa
unico decoro ancora visibile



dettaglio delle colonnine
Non so se valga la pena andarci, se non per dire che ci sei stato.

Dopo aver scovato il posto ed esserci riempiti di sabbia, ci siamo dedicati un buon pranzo all'Intercontinental Hotel di Jubail. Avevo un'amica che abitava a Jubail ma che e' scappata. Per quello che ho potuto vedere la citta' e' piuttosto grande, alcune zone sono di nuova costruzione visto che la citta' e' in rapida espansione, ma soffre comunque un po' di essere in mezzo al niente.


Jubail industrial city vista dall'autostrada
TAROUT ISLAND

Tornando verso sud, ci siamo fermati a Tarout Island, alla ricerca di un forte portoghese risalente, si crede, al 1592. L'isola e' praticamente attaccata alla terra ferma e per raggiungerla si passa da Qatif, enclave sciita della Eastern Province. Attraversiamo velocemente la zona, non che sembrasse pericolosa, ma noi sappiamo bene che quando vedi bandiere nere, e' meglio girare al largo!


bandierine nero tra Qatif e Tarout
Sempre abbastanza fortunosamente, troviamo il forte. Purtroppo non e' possibile visitarlo. Un passante ci ha detto che al ristorante li' sotto, un certo Adil, una volta aveva le chiavi, ma non abbiamo trovato riscontro purtroppo e abbiamo solo fatto un giro da fuori.


Tarout Fort

Tarout Fort con monnezza


Facciamo il giro dell'isola, lungo sulla costa, per vedere il Dhow Harbour a Dareen. Bella l'immagine dei dhow arenati per la bassa marea e con la luce del tramonto.


Dhow Harbour a Dareen

Insomma non si può dire che ci siano grandi cose da vedere, ma e' decisamente da preferire al solito giro al mall!!

martedì 21 ottobre 2014

THANK YOU, MA'AM. IL RICE COOKER.

C'ho sto rice cooker (una specie di vaporiera) che non uso, quasi quasi lo vendo. Qui tutti vendono e comprano. Gran commercio dell'usato.

Chi vende generalmente sono gli expat che tornano a casa e che, fatti due conti, conviene ricomprare l'oggetto a casa piuttosto che pagarne il trasporto.
Chi compra generalmente sono quelli che, non volendo spendere grandi cifre per evitare il problema di cui sopra, comprano oggetti usati.
Pare che anche i filippini comprino molto. Li mandano a casa, fanno felici le famiglie visto che, nuovi, questi oggetti non sempre potrebbero permetterseli. Gli indiani e i bangla invece aspettano che qualcuno glieli regali. Che non se li possono permettere neanche usati.

For sale: rice cooker, usato pochissimo, come nuovo. 45 sr (9 euro).

Filippino dello staff del compound: "Ma'am, posso avere il rice cooker per 30sr (6 euro), lo pago con il prossimo stipendio."

Io i soldi non li voglio. It's yours, enjoy.

6 s-e-i euro.
Col prossimo stipendio.

"Thank you, Ma'am!"

Grazie a te, Filippino.
Davvero.




martedì 14 ottobre 2014

KM0

Mettiamoci che il senso dell'ecologia non e' proprio il loro forte, mettiamoci poi che sono poche le cose prodotte o coltivate a ragionevole distanza, il risultato e' che il KM0 diventa KM∞ (lo sgorbio sta per "infinito").


Una volta una cara amica ha voluto condividere il suo pandoro con noi: era prodotto in Italia (e vabbe', almeno questo!), per conto di una ditta francese (?), venduto in un supermercato del kuwait (??) dopo chissa' quali giri e poi finito in terra saudita via terra. Povero pandoro....

Ma anche questo non e' male, vero??


Prodotto in Italia, importato in UK e poi magicamente ricicciato in Saudi.
Costo=4,59Euro!!!

Di prodotti cosi' qui ce ne sono tantissimi, prodotti in Italia e pubblicizzati come Imported from UK...Ok che tutto cio' che e' importato qui e' buono per definizione, ma se da una parte continua a sfuggirmi il senso, dall'altra mi dispiace di quante occasioni di guadagno perde l'Italia vendendo direttamente quaggiù.
Venghino Signori, venghino a vendere!! I KM non saranno proprio zero ma ne guadagneremmo tutti!

mercoledì 16 luglio 2014

CAUSEWAY, GIOIE E DOLORI

Lettera aperta alla Causeway, quella strada in mezzo al mare, costruita su sabbia riportata, che in 26km ti fa passare dal passato al futuro, dal magic kingdom al Bahrain. Immaginando che si tratti di essere pensante, le scrivo una letterina, chissa' mai si ravveda.


veduta della causeway,
sullo sfondo l'isola artificiale dove si trova il border


Cara Causeway,
mi hai rotto il c@@@@!
Scusa il francesismo, ma dopo tanti passaggi di qua e di la' dal ponte, siamo in confidenza.
Di recente mi hai tirato dei bei pacchi e per colpa tua (e di tutti quelli che ti stanno intorno) ho buttato un sacco di soldi in voli aerei pagati e persi.
Ti spiego meglio, giusto perche' tu ti renda conto di quanto influenzi le nostre vite.
Uno dei ricordi piu' funesti e' quel giorno che tornavo da Bahrain, col passaporto nuovo fresco di emissione dall'Ambasciata del Bahrain (il perche' io l'abbia fatto li' anziché all'Ambasciata di Riyadh e' tutta un'altra storia, lasciamo perdere va....diciamo solo che non e' una cosa usuale, che l'ho potuto fare perche' direttamente richiesto dall'Ambasciata stessa e non era per colpa mia), pronta per ripartire il giorno dopo (che era un venerdì) per il bel paese...Ero così' felice e, finalmente, spensierata, dopo che avevo combattuto per 4 settimane contro la burocrazia italiana nel mondo per ottenere il mio passaporto e.........il poliziotto sulla causeway, con poco inglese, ma quel tanto che basta, mi dice: "no no Madam....non puoi lasciare il paese domani, i dati del tuo nuovo passaporto devono essere inseriti nel sistema del ministero degli interni prima di poter riuscire un'altra volta. Oggi e' giovedì, uffici già chiusi, riaprono domenica!".
Li' sono quasi svenuta. Ho visto nero e tutto il film di quello che dovevo sistemare mi e' passato davanti. Arrangiare con la compagnia sto benedetto inserimento, arrangiare lo spostamento dei voli, arrangiare gli appuntamenti già' presi in Italia.
Tralasciamo gli attimi di sconforto assoluto successivi. Diciamo solo che a Milano ci sono arrivata di lunedì, accolta da un bello sciopero dei taxi. Si stavano allenando per l'Expo (sgrunt).

L'ultimo episodio di angoscia da causeway risale a meta' giugno, quando un giovedì pomeriggio, in largo anticipo rispetto all'orario del volo in partenza da Bahrain, ci avviamo verso la temutissima. La coda già al casello non e' confortante e le telefonate di amici premurosi fomentano l'ansia. Le linee del gestore telefonico utilizzato dai sistemi sulla causeway sono down, pare che un buon uomo, facendo degli scavi, abbia tranciato di netto l'UNICO cavo dal quale dipende tutta la Eastern Province!!!!! Sistemi bloccati per 3 ore, code chilometriche di ore e ore, causeway chiusa, volo perso.
Sto casino e' finito pure sul giornale, giacche' ha toccato 200.000 persone!!! Roba da matti!!

Insomma cara causeway, sei la nostra via di fuga del week-end, quella che ci porta laddove possiamo tirare una boccata d'aria, ma cavolo......che pene ci fai patire!!!!

Sarebbe bello vederti sempre cosi', come una mattina di Ramadan:


causeway una mattina di ramadan, sono tutti a letto tranne noi

ma siamo coscienti che per la maggior parte dell'anno sei così:


una sera del fine settimana, tutti sulla causeway compresi noi

Dopodomani prendo un altro aereo, hai quindi la possibilità di farti perdonare...sappilo Causeway!!

lunedì 14 luglio 2014

AL-FRUCTIS

Io sono fissata che il supermercato sia uno dei migliori posti per capire la cultura di un paese. Gli uffici marketing, meglio se di compagnie internazionali con l'occhio lungo, sono quelli che prima di tutti capiscono cosa e' considerato importante e cosa no. E' il loro mestiere.
Ecco perche' in Arabia Saudita non vedrete mai la pubblicita' della Nuvenia con la tipa che si lancia col paracadute, fighissima grazie agli assorbenti...
No..... qui si trova questo:



martedì 13 maggio 2014

GITA A JEDDAH: APPUNTI A CASO

Da tempo volevo andare a vedere Jeddah e finalmente ce l'abbiamo fatta.
Ne avevo sentito parlare come la citta' piu' aperta del regno, dovuto al fatto che da secoli e' il punto dove milioni di persone da tutto il mondo devono passare per andare a Mecca e che per secoli, a prescindere dall'invasore di turno, ha mantenuto una certa indipendenza.
Ed effettivamente qualche differenza con la Eastern Province la si nota; detto cio', niente ci ha fatto dimenticare il paese dove ci troviamo!
Di seguito e' una non-guida, visto che online si trova poco o nessuna informazione, quattro cose ve le dico io.

AL BALAD

in una strada del Balad



una delle poche case ancora in piedi
Al Balad e' la zona vecchia della citta', famosa per le sue case (alcune, pochissime, ristrutturate, altre, molte, che cadono a pezzi) con i balconi intarsiati. L'ideona e' stata andarci di venerdì mattina! Di fatto non c'era scelta...
La difficoltà di organizzare un weekend turistico in un posto come questo e' che si hanno un sacco di momenti morti, dovuti agli orari di chiusura e alle serrate del venerdì mattina...Andare in giro in quell'orario e' surreale, mi ricorda le mie estati da bambina, negli anni 80, quando pensavo al giorno di chiusura del bar del paese (in montagna, dove passavo l'estate con i miei nonni) con l'angoscia del vuoto, della mancanza del mio gelato preferito. Qui venerdi mattina, uguale. In giro neanche i gatti. Un caldo spaventoso (ormai sono quasi 40..), con addosso l'abaya che anche se l'ho finalmente trovata di cotone, e' pur sempre un bel cappottone nero!! Insomma ho fatto una bella sudata ma almeno abbiamo potuto scattare un po' di foto senza destare troppa attenzione.

non raro esempio di casa che cade a pezzi
Col senno di poi: prenotare un hotel con spiaggia annessa, per passare in modo migliore il venerdì mattina. A Jeddah e' possibile anche stare in bikini in queste spiagge! Sapevo che tempo fa questi hotel ammettevano esterni, a pagamento, alla loro spiaggia per la giornata, ma sembra che cio' non accada piu' e alla reception del nostro hotel non sono stati in grado di aiutarci..











casa ad Al Balad
casa ristrutturata ad Al Balad


AL-TAYIBAT MUSEUM FOR INTERNATIONAL CIVILISATION


interno del castello-museo
Pare ci siano diversi musei in citta', tutti privati, ma anche qui il problema e' l'orario di apertura, che e' sempre lo stesso di cui sopra (8-12 e 16-20, serrata venerdì mattina, orari indicativi, come tutto da queste parti). Siamo riusciti a visitarne uno, che ci e' piaciuto molto e che consiglierei. E' il Tayibat City Museum for International Civilisation. Esternamente e' una specie di castello, che riproduce le case tipiche del Balad; finto ma veramente bello. All'interno sono stipati migliaia di pezzi di ogni genere, provenienti da ogni parte del mondo. Il tema del museo e' difficile da identificare, si tratta di una raccolta di oggetti, anche preziosi, a testimonianza degli usi e costumi dei popoli del mondo. Abbiamo pagato 50sr each (10 Euro cad), abbiamo ricevuto il benvenuto da parte del proprietario e siamo stati accompagnati da una guida, egiziana, con un alquanto stentato inglese. Ma noi italiani a gesti ci capiamo lo stesso!
il museo visto dal cortile
Il museo e' enorme e ci siamo concentrati sulla parte saudita: un piano intero e' dedicato alla varie zone del kingdom, con sale dedicate alla vita quotidiana di ogni area, con ricostruzioni perfette, pulite e ben tenute degli ambienti e di alcune scene quotidiane.
Proprio bello.





oggetto del museo:
bellissima macchina da scrivere con lettere arabe

AL NAKHEEL RESTAURANT
Ristorante rinomato tra i locali ed expat di Jeddah, e' un bellissimo locale sulla corniche (il lungomare). Si tratta di un ampissimo spazio all'aperto, coperto da alte tende beduine (comunque dotato di impianto rinfrescante) con tanti tavoli e divani in stile beduino. La cucina e' un misto libanese/internazionale e siamo rimasti soddisfatti di quello che abbiamo mangiato.
Appena entrati c'e' un'ampia area riservata agli uomini singoli, poco avanti c'e' la family section, enorme e veramente piacevole. Pochissime o quasi nessuna donna ha il viso coperto, molte fumavano shisha e sigarette! e a differenza di quanto accade dal nostro lato del paese, le famiglie mangiano tranquillamente al loro tavolo senza aver bisogno di rinchiudersi dietro a paraventi o infilandosi in veri e propri loculi nascosti. C'era anche un grande schermo che mandava il video di un concerto una cantante mediorientale (libanese? egiziana? boh..), e voi mi direte: embhe'? La musica nei ristoranti e' tutt'altro che scontata: tempo fa, al nostro ristorante libanese preferito di Khobar, il capo ci ha detto che avrebbe forse messo della musica, ci stavano pensando...ma nel caso, sarebbe stata solo musica senza canto, perche' non potevano avere problemi con i mutawa! chiaro quindi che il video e' una rivoluzione!!

RED SEA MALL
Se uno viene in Saudi (ma anche nel middle east in generale) e dice che vuole andare in un posto caratteristico del luogo, la destinazione e' automaticamente un mall. Altro non c'e', o quasi. E io una capatina la faccio sempre. E qui per la prima volta ho visto donne in giro con abaye NON NERE! Certo non stiamo parlando di colori sgargianti, ma di grigio blu beige, ma ne ho vista anche una turchese! Anche qui poche facce coperte e commessi e camerieri un po' piu' rilassati ed amichevoli. I negozi sono piu' o meno gli stessi dappertutto, ma qui qualche piccola novità c'e'. Uno su tutti, un negozio che e' stata una scoperta: si chiama Kalimah ed e' un negozio di abbigliamento, linea casual abbastanza giovanile la cui caratteristica e' che le stampe decorative riprendono motivi e disegni molto arabi, rivisti in chiave moderna. Cose bellissime e finalmente un negozio diverso!!! Dal sito sembra che vendano anche nella Eastern Province, ma io non l'ho mai visto, andrò a caccia presto!


la mia maglietta Kalimah!

SPOSTAMENTI

Quello che consiglio e' di affittare da subito un'auto, cosa che noi abbiamo fatto il giorno dopo l'arrivo. Abbiamo preso un'auto per la modica cifra di 100sr (=20Euro!) per 24h, con solo la fotocopia dell'iqama e della saudi driving licence, pagato in contanti e senza carta di credito a garanzia! easy peasy...Certo, la guida e' la cosa piu' pericolosa di Saudi e Jeddah non scappa, se poi ci aggiungi che non si conoscono bene le strade, non si sa bene dove si vuole andare e che hai una macchina non tua...immaginate le maronne che son volate!


Vicino al centro citta', zona Baghdadyia (non so spiegare altro, se non che e' vicino a City Max) c'e' un nuovo complesso dove sono raggruppati tutti i car rentals: se non la prendete in aeroporto, vale la pena farsi portare qui e cercare un good deal.
Un bel weekend, ho visto mangiato e comprato delle belle cose e son contenta.
E' incredibile come, vivendo qui da un po', certe cose ti sembrino del tutto normali e le cose che in realtà sono normali, ti sembrino del tutto eccezionali!

Sara' che l'erba del vicino e' sempre piu' verde?

domenica 27 aprile 2014

DANEE DA TRA VIA...

Danée da tràa via (soldi da sbattere via, per i non milanesi). L'unica definizione calzante a quanto ho visto oggi.


Cioe', fammi capire. Tu spendi (almeno) 80.000 Euro per una macchina, piu' una cifra imprecisata per una targa come questa (qui un'idea delle quotazioni), e la prendi... ROSA?????????????????
Maroooonna cosa mi tocca vedere...quasi peggio delle noccioline al gusto pollo!

giovedì 10 aprile 2014

ITALIAN FOOD?

Come viene visto il cibo italiano dagli stranieri e' sempre divertente, o triste. La battuta che i Fettuccini Alfredo non esistono in Italia non e' originale, quindi non lo diro', tanto gli spunti non mancano di certo!

Sono diversi i gruppi su facebook dove le persone (essenzialmente expat, ma di ogni nazionalità) che vivono in zona si ritrovano per scambiarsi informazioni di ogni genere. Il gruppo che riguarda il cibo e' tra i piu' gettonati, e pare che l'italian food (o quello che loro credono essere tale) sia il loro preferito.

Ristoranti italiani qui ce ne sono diversi, ma di vero c'e' poco. E anche quelli con cuoco italiano un po' si devono adattare ai prodotti trovabili qui e ai gusti locali. Da una parte capisco, ma questo alimenta la confusione nella consapevolezza di authentic italian dei residenti. Che ormai credono sia normale avere tra gli antipasti i funghi (champignon coltivati) gratinati con salsa al pomodoro e aglio!

Partendo da questi menu', ognuno reinventa la propria versione, quindi i post riguardanti italian sausage stew, classic italian chocolate cake si sprecano...e raggiungono l'apoteosi con italian chicken pasta cannelloni!!!

Beccatevi questo: e' uno dei piatti spacciati per real italian!!! L'autrice, semmai dovesse venire a conoscenza di questo mio post, non se la prenda personalmente, lei e' solo una delle tante che non ha la piu' pallida idea di cosa sia il buon cibo italiano. Che dio perdoni la cuoca.

Italian Parmesan Chicken Spaghetti, che dio perdoni la cuoca.

Pare che l'idea comune sia che un pezzo di pollo su un piatto di pasta sia italian... oh, sky!!

Poi ci son quelli che si vantano di sapere com'e' il real italian e spacciano ricette fake come real. E ti insegnano che i Sicilian Tuna Spaghetti (?) si fanno con cipolla, carota, zucchine, sedano, olio, sale, pepe, peperoncino secco, dado vegetale, acciughe, passata di pomodoro, zucchero, 3 scatole di tonno (!), prezzemolo....e con tutto sto po' po' di brodone  come se non bastasse, qualcuno ha chiesto: ma dov'e' il garlic????? Han risposto che il garlic non e' authentic italian!!!

Altra ricettina: non avete trovato il pesto italiano al super? Non avete il basilico  pinoli parmigiano olio d'oliva?? Fatelo con spinaci, prezzemolo e basilico secco!!!! Come cacchio ve lo devo dire che non basta che sia verde per chiamarlo Pesto!?!!?

Non ce l'ho con la saputella che dispensa consigli di italian cuisine, ma quello che da da pensare e' la completa ignoranza riguardo la qualità e la bontà dei nostri prodotti. In tivù si parla spesso delle nostre prelibatezze che vengono contraffatte nel mondo e spacciate per italiane, ma il problema e' proprio che i consumatori nel mondo non hanno idea di come distinguere le cose buone dalle schifezze! Speriamo che l'Expo faccia qualcosa (sempre che non ce li arrestino tutti prima..)

Questo un esempio sull'ignoranza (=non conoscenza); un post liberamente tradotto:

"Da quando io e mio marito abbiamo provato il Parmesan grattato fresco qui in un ristorante, siamo agganciati e non torneremo piu' a quella pessima roba nel barattolo verde della kraft. Prima nemmeno sapevamo che sapore doveva avere il parmesan!"

Note al post:
- qui il parmigiano vero vero non lo usa nessuno, nemmeno nei ristoranti italiani, perche' costa caro. Il migliore che puoi trovare e' un parmigiano prodotto in Italia, a Brescia, e senza marchio del consorzio! Quindi i fake non li producono solo all'estero...
- il barattolo verde e' un "shredded parmesan cheese" che dura 6 mesi.  E non aggiungo altro. Tranne qualche esempio.







Non e' colpa loro, ma capite che la strada e' lunga.
Ovvio che arrivare a capire la differenza tra Parmigiano Reggiano e Grana Padano appartiene al livello super advanced!

Al di la' dei sapori, altro spasso e' il rapporto con i nomi italiani. Qui una raccolta di storpiature, tutte vere e documentabili, giuro!

I ristoranti italiani della zona:

Mangiamo diventa: Mangoni, Magiamo, Mangiamos

La Gondola diventa: Giandola, Giandula, Gondalo, Lagandola, La Gondala... e' un casino anche scriverle, perche' anche il correttore automatico si rifiuta!!!!

Oliveto diventa: Olivetto, Olivettos.

Ciro Pomodoro: Cino's Pomodora, Gino's Pomodoro.

Ma il top e'..............il parmigiano reggiano che diventa parmesanno ariggiano!!!!!!!!! e su questa sono morta.

Ecco, mo' m'e' venuta fame. E sono pure a dieta.

venerdì 28 marzo 2014

RUBRICA DEL "PENSAVO DI AVER VISTO TUTTO..."

Schifezze ne ho viste tante, ma questa raggiunge un limite superiore!! Viste oggi in un supermercato in Bahrain:

Noccioline ricoperte da schifo al sapor di pollo o gamberetti!!!!




Veramente penso ci siano dei palati geneticamente modificati...

venerdì 21 marzo 2014

BLAME CULTURE

Ecco uno di quegli argomenti scottanti. Son quelle cose che sanno anche i muri ma che pare brutto parlarne. E chi vive qui sa di cosa parlo.




Caratteristica comune in questa cultura, e' quella del non poter, per nessun motivo al mondo, perdere la faccia. Ecco perche' in un modo o nell'altro bisogna incolpare qualcun altro. Anche se ti hanno trovato con le mani nella marmellata. Ammettiamolo, anche una buona parte di italiani sono così, ma accidenti, il senso di responsabilità dovra' pur avere la meglio prima o poi!
La prassi e' di alzare il dito contro qualcuno e piuttosto che ammettere un errore, son capaci di giurare sui loro figli.

Occhei, vivi qui e devi convivere con questo aspetto. Cosa non devi MAI fare?

- Non evocare episodi o fatti dai quali emerga chiaramente un errore.
- Se proprio devi farlo, fai in modo che le responsabilita' non siano chiaramente identificabili.
- Nel caso di colpa di un arabo, scordati che venga ammesso da qualcuno. O te la prendi tu o trova una mediazione affinché ricada su un terzo (preferibilmente non presente)
- Non indicare mai col dito una persona. E' un atto troppo forte, che sa di accusa, anche se non c'entra niente.
- Usare espressioni del tipo: "Tu hai detto, tu hai fatto". Se sei una persona onesta, non hai un'alternativa che possa mediare, perche' non puoi far altro che incolpare un altro o prenderti responsabilità che non hai.

Anche se può sembrare, non sto parlando (solo) di ambiti lavorativi (ai quali io sono peraltro estranea, fortunatamente). La blame culture colpisce ogni situazione:
- se un saudita ti viene addosso con la macchina, stai tranquillo che e' colpa tua. Non c'e' scusa che tenga. E' colpa tua: se non altro, per il fatto che se te ne stavi al tuo paese, l'incidente non succedeva. (e qui mi vengono in mente certi personaggi che straparlano in tv in Italia.......................)
- se un saudita non porta a termine il suo compito entro la scadenza a causa del tempo avverso, stai tranquillo che e' colpa di un qualcuno che non gli ha detto che a dicembre c'e' brutto tempo.......................

Poi ti capita che chiami un'arabo e gli chiedi perche' ti hanno chiesto il doppio del prezzo pattuito. Quello ti sbraita contro che non capisce di cosa stai parlando. Allora gli spieghi l'antefatto e come si era arrivati a quel prezzo. La memoria nel frattempo gli torna, ma l'embolo gli e' già' partito e non lo fermi. Poi ti spiega che si', pagherai il prezzo pattuito, ma che era esattamente quello che aveva in mente dall'inizio, e' che TU non gli hai dato il tempo di parlare.... Ovvio che una discussione del genere e' accettabile solo tra bambini in eta' pre-scolare, e allora, per rimediare, alla fine ti dice che aveva altre persone davanti per cui non poteva ammettere che ti faceva lo sconto. La colpa era sua, ha cercato di darla a te, ma alla fine problema risolto: colpa affibbiata a terzi incomodi. Roba da matti.

This is Saudi Arabia, ma attenti che e' contagioso: mio marito, milanesissimo di nascita, se ci cacceranno perche' ho scritto questo post, sara' pronto a dire che e' tutta colpa mia!


mercoledì 5 marzo 2014

PER OSPEDALI

Premesso che sono sana come un pesce, da che sono qui ho avuto diverse esperienze con gli ospedali e vale la pena raccontare come funziona.
Sono anche tanti i medici che mi scrivono che stanno considerando di venire qui a lavorare e può essere utile anche a loro.
Le informazioni che ho, come sempre, riguardano la mia esperienza personale e quello che ho capito io, non sto quindi facendo un vademecum della situazione sanitaria in Saudi!
Qui la mutua non c'e' e il ruolo del medico di famiglia viene svolto o da un medical center privato della vostra compagnia oppure attraverso il servizio di Primary Care di un ospedale o altro ambulatorio.  Passato questo step, per farvi visitare da uno specialista avete bisogno di un Referral (rilasciato appunto dal PC) affinché la visita sia coperta dall'assicurazione sanitaria, un po' come la ricetta rossa da noi! Andare dallo specialista non e' sintomo di gravita' della malattia, perche' qui ci si va per qualsiasi cosa: se hai mal di gola vai dall'otorino, mica ti prendi uno Strepsil.
Quando arrivi in ospedale per la visita, vieni sottoposto all'assessment: controllo pressione, temperatura e la solita umiliazione della bilancia. Scarpe e abaya compresi. Io lo faccio notare ogni volta e chiedo (e ottengo!) un piccolo sconto!! Se poi lo specialista e' l'oculista, l'assessment comprende anche la misurazione della vista e del potere degli occhiali. Non c'e' verso di far loro capire che se ti hanno misurato la vista e gli occhiali la settimana prima, non ha senso rifarlo anche oggi e pure settimana prossima! Ma alle cose che hanno poco senso, stando qui, ci si abitua.
Poi attendi paziente il tuo turno. Certe volte capita di essere ricevuti puntualmente, di solito pero' capita di sedersi a tempo perso. Quasi sempre sarete in compagnia di vostro marito, per diversi motivi. Intanto non potete guidare, quindi o vi prendete un taxi o aspettate un momento libero del vostro driver preferito (e gratis): vostro marito. Se poi dovete vedere un medico maschio, l'ultima che si sono inventati e' che le donne non possono presentarsi da sole ma devono essere scortate dal guardiano! (non e' "La sai l'ultima", e' vero). Ammetto pero' che mi e' capitato di recente di presentarmi da sola e sono stata ricevuta tranquillamente. Mah... Ricordo che qui le donne non hanno la dignità di individui, quindi senza l'autorizzazione del guardiano (marito, padre o fratello) non possono avere il passaporto, sottoporsi ad alcune operazioni, aprire un conto in banca. Negli ospedali, i moduli di consenso informato prevedono lo spazio per la firma del "guardian".
Se siete da sole e' opportuno che vi sediate nella Female waiting room: vedrete che dopo un po' la cercate voi, proprio per evitare i soliti occhi piantati su di voi, manco foste l'apparizione della Madonna.
I medici che incontrate qui sono di tantissime nazionalità diverse, ma quasi tutti provengono da paesi arabi (tantissimi egiziani e libanesi). I rari medici occidentali sono presi d'assalto.
Per i medici piu' gettonati e' spesso un casino avere un appuntamento in tempi decenti, ma non scoraggiatevi, sfoderate le vostre capacita' latine di ottenere le cose, create la vostra wasta, amicatevi l'infermiera (ogni medico ha un'infermiera personale, factotum) e fatevi assegnare un overbooking! Fan tutti così...
In generale il sistema funziona abbastanza bene e la qualità dei servizi e' ottima. I medici uomini sono piu' attenti e rispettosi con le donne e in alcune occasioni vi assicuro che vi sentirete piu' a vostro agio che in Italia.
Ok, scendiamo nel particolare: dovete fare un'eco tv dal ginecologo? Nessuno vi appenderà come cotechini, nessuna posizione avvilente, starete comodamente sdraiate su un lettino, piedi appoggiati su un piano estraibile, luce bassa. Vi preparate in un camerino, l'infermiera (che al 90% e' filippina e si chiama Grace, ma ho conosciuto anche una Roda e una Sukanda!) vi coprirà per bene con un telo e se il gine e' uomo, si occuperà lei della sonda, mettendola in mano al dottore che guarderà solo lo schermo e non la vostra intimità!
Insomma la ragione di questo non e' dovuta all'alta considerazione della donna, ma semmai al fatto che essa e' di proprietà di qualcun altro e come tale va trattata, ma in ogni caso se il risultato e' un maggior comfort, perche' no?
Noi siamo contente così.

lunedì 6 gennaio 2014

HAIRDRESSER SAGA

Continua la mia odissea tra le parrucchiere saudite...
Diciamo subito che stavolta mi è andata abbastanza bene..cioè, sono uscita che, per stessa ammissione della parrucchiera filippina, somigliavo a Justin Bieber, ma poteva andare peggio!
Superato l'ostacolo tecnico, ecco qualche conversazione tra le astanti.

Chiacchiere dalla parrucchiera:

DIALOGO #1:
Personaggi:
Cliente italiana, non paga di altre esperienze di parrucchiere saudite, ci riprova.
Parrucchiera filippina, armata di phon.

Dialogo (stralcio):
9.00 di un giovedì mattina (quindi pre-week-end).
Pf: "Madam, hai fatto bene a venire presto che oggi siamo fully booked! Ma a quest'ora le saudite dormono ancora!"
Ci: "Vengono a farsi belle?"
Pf: "Eh si Madam, qui tutti i week-end hanno feste, ma lo sai no, alla saudita maniera...solo tra donne!"
Ci: "Ah. Ma sono matrimoni?"
Pf: "Matrimoni ma anche solo feste, tutti i week-end sono impegnatissime! Hanno quasi tutte i capelli mossi ma li vogliono dritti..poi loro non hanno i capelli come i nostri (nda: perche'?? i miei capelli sarebbero come i suoi?? mah....non mi pare proprio, anche se forse farei cambio lo stesso!), sono grossi e tanti e ci vuole tantissimo a lisciarli!"
Ci: "Un bell'esercizio per le tue braccia!"

Curiosita': ma che senso ha spendere ore dal parrucchiere se poi ti devi coprire testa e faccia?? Non si rovina l'acconciatura?? Bene, per ovviare a cio' la parrucchiera crea, con i capelli lisciati, dei mega boccoli all'altezza delle orecchie, che fissa con delle mollette, sopra a questo mettono il velo. Così' tengono la piega, senza rovinarla, fino alla festa.

DIALOGO #2:
Personaggi:
Cliente araba ma non saudita, forse libanese o siriana: capelli scuri di lunghezza media, corporatura cicciotella, più vicina ai 40 che ai 30. Vedendo la pubblicità di un prodotto con una bellissima modella con una montagna di boccoli biondi, chiede se e quando potranno farglieli uguali: "I want like that.". Seeeeee...sogna!
Parrucchiera filippina: di mezza età, sposata con un saudita...dettagli a seguire.

Dialogo (stralcio):
Cliente cessa, aspirante figa: "com'è sposare un uomo di un altro paese?"
Parrucchiera fili-saudita: "It's ok!"
Ccaf: "sai, c'è un egiziano che vuole sposarmi...è un medico ma non so cosa fare, non sono molto convinta..poi sai, lui una moglie ce l'ha già, io sarei la seconda"
Pfs: "io sono contenta! Anche io sono la seconda ma stiamo bene. Ci siamo conosciuti a dicembre l'anno scorso, dopo un mese mi ha chiesto di sposarlo! Ci ho messo un pò a decidere, ma poi ad agosto l'ho sposato!"
Ccaf: "ti ha chiesto di cambiare religione?"
Pfs: "no no..non era un problema, non mi sono convertita. Comunque anche se non andrà bene io sono a posto.."
Ccaf: "se ti lascia cosa ti deve dare??"
Pfs: "mi deve dare una casa!"
Ccaf: "mmm...bè così va bene..tornerai nelle Filippine?"
Pfs: "penso di si..ma per adesso va bene così!"
Ccaf: "voglio i capelli così! Quando riesci a farmeli così?" (=fluente bionda chioma boccolosa)
Pfs: "Mmmmmmaybe.................intanto facciamo ancora qualche trattamento di cheratina..va la'"

Amen.