martedì 20 marzo 2012

MA COME TI VESTI?! ABBIGLIAMENTO STILE ARABO


coppia bahrainita al caffe'


Spesso mi chiedono come mi devo vestire qui, ecco come.
In pubblico tutte le donne devono indossare abiti che coprano le forme, in pratica le donne arabe indossano tutte l’abaya nera e la testa coperta dall’hijab. La maggior parte di esse copre anche la faccia con una maschera di tessuto nera che lascia scoperti solo gli occhi (niqaab). Una parte di loro inoltre indossa anche guanti neri. Anche le non musulmane indossano l’abaya ma non coprono la testa ne’ il viso. Attenzione pero’ che l’abaya non e’ un vestito, ma e’ una specie di cappottino che si mette sopra i propri vestiti, che possono essere di qualsiasi genere.

la mia abaya

Devo dire che a molte di noi non dispiace indossare l'abaya...ci fa sentire “so elegant and skinny”!!

Questa e’ la maschera: e’ sempre mia ma l’ho comprata solo per collezionismo, visto che non la indosso.

 


Accessori: alcune ragazze (soprattutto in Bahrain) mettono in testa un mollettone con enormi fiori finti (tipo quelli che usavano negli anni ’80, ma molto piu’ grandi) in modo da tenere il velo alto nella parte alta dietro la testa, come fosse una coroncina. Un tocco di fashion!


Gli uomini invece indossano quasi tutti il thobe che, a differenza dell’abaya, e’ un vero e proprio vestito. Si tratta di un lungo camicione, generalmente bianco o crema in estate e grigio o beige in inverno. In testa indossano il ghutra: un grande foulard, di diversi colori in base al paese del golfo (qui e' a quadretti bianchi e rossi) appoggiato su una cuffietta di sostegno (tipo papalina) e fermato da un cordone nero, aghal, anch'esso diverso in base ai paesi del golfo.

aghal, foto da internet

Il ghutra rappresenta un forte simbolo di appartenenza in quanto il modo di ripiegarlo sulla testa, tutt’altro che casuale come alcuni potrebbero pensare, e’ identificativo della famiglia di provenienza. Ai piedi, invece, sempre immancabilmente ciabatte!
Accessori: il thobe, oltre alle tasche, ha un taschino sul petto dove e’ particolarmente di moda tenere una bella penna.

In rete trovate un sacco di belle foto relative all’abbigliamento maschile, ma io ne aggiungo una scattata da noi!

kit saudita



GINNASTICA AL CENTRO COMMERCIALE

Ho gia’ parlato qui della ginnastica che gli arabi fanno al centro commerciale, ma ho visto che in Bahrain e’ un’attivita’ istituzionalizzata con tanto di gruppi organizzati!

IL PREZZO DELLA BENZINA

Essendo questo il paese che ha il 19% delle riserve di petrolio di tutto il mondo, ci si aspetta che la benzina costi niente. E, udite udite, e’ proprio cosi’. Questa e’ la pompa di benzina; in onesta’, e’ quella della benzina Normale, ma la Super costa un paio di halal in piu’.



Adesso facciamo due conti (tanto per non perdere l’abitudine..):
la benzina costa 450 halal, cioe’ 0,450 Rials.
1 rial = 20 centesimi di euro
Quindi la benzina qui costa circa 9 centesimi al litro! Praticamente meno della sola accisa in Italia...
E’ una bella sensazione fare il pieno di un SUV con 10 euro!

lunedì 12 marzo 2012

GITA A KUWAIT CITY

Chi mai andrebbe in vacanza a Kuwait City???? Noi, ovvio.
E' a soli 450 km da qui e ci siamo andati in macchina, per un week end fuori porta. All’andata abbiamo perso tantissimo tempo alla frontiera, per il Visto: non si tratta di attivita’ complesse (compili il foglio, inseriscono i dati a computer, rilevano l’impronta digitale, stampano un foglio, lo timbrano, paghi, finito) ma da queste parti ogni adempimento burocratico richiede un tempo indefinito e quindi sono passate un paio d’ore!

Il passaggio della frontiera e’ effettivamente un altro bell’esempio del pubblico impiego da queste parti. Dal cartello Addio Saudi Arabia a quello Benvenuti in Kuwait, e' una staffetta:

1.       Sportello che consegna un foglietto bianco con i dati dell’auto
2.       Controllo passaporti Saudita
3.       Controllo passaporti Kuwatiano (e ufficio Visti)
4.       Omino che non sa cosa controllare, quindi a sua discrezione ti fa passare o ti chiede i passaporti
5.       Sportello che ritira il foglietto bianco con i dati dell’auto e ti da un foglietto giallo con i dati dell’auto
6.       Dogana per controllo bagagliaio e timbro del foglietto giallo
7.       Altro omino che controlla sei hai il timbro sul foglietto giallo
8.       Sportello per pagamento assicurazione
9.       Sportello per consegna foglietto giallo con i dati dell’auto

Efficiente no?!?! No...ma permette di dare lavoro a molta gente!


Il Kuwait e’ un fazzoletto di deserto sotto il quale scorrono fiumi di petrolio, di questa ricchezza beneficiano tutti, e  la quasi totalita’ dei cittadini kuwaitiani e’ dipendente pubblico. Il resto della popolazione, oltre il 65% del totale, e’ quella che lavora davvero e sono immigrati asiatici. Alcool e maiale sono vietati anche li, il paese e’ un po’ piu’ aperto rispetto a Saudi soprattutto riguardo la condizione della donna, il benessere economico e’ palese, ma io ho notato la solita aria un po’ triste. Forse sono i postumi invisibili della guerra.


In Kuwait non si vedono segni dell’invasione irachena se non nel museo ad essa dedicata: il Kuwait House of National Memorial Museum. Il museo e’ costituito da plastici (tipo quelli di Porta a Porta, ma piu’ grandi) che ricostruiscono scene di guerra, con il racconto di sottofondo, con tanto di simulazione di rumori luci e fuochi, tutto con decine di lucine led. In altre sale ci sono delle foto degli orrori causati da Saddam, piuttosto impressionanti, e altre foto che ritraggono i soldati dei paesi alleati in scene di guerra e di pace, in assistenza alla popolazione locale. Secondo me vale la pena visitarlo, giusto per capire cosa hanno vissuto le persone che incontri. Perche' quella guerra e' proprio recente.

Kuwait Towers

Simbolo di Kuwait City sono le Kuwait Towers, che durante la guerra sono state devastate e utilizzate come bersaglio di tiro dalle truppe irachene. Si puo’ salire solo nella torre piu’ alta per vedere lo skyline. Il panorama di Kuwait City e’ disomogeneo: grattacieli altissimi con strutture elaborate spuntano nel niente, un po’ qua e un po’ la’, senza un preciso ordine, senza che sia stata identificata la zona della city.





Tappeti beduini tessuti a mano
Nella zona dei souq ci sono diverse botteghe che vendono tessuti e laboratori di abaya, e molti negozi di oud e profumi. L’acquisto piu’ interessante pero’ l’abbiamo fatto a Bait as-Sadu. E’ una antica casa tipica, con bellissimi cortili interni, che accoglie un museo sulla tessitura a telaio delle donne beduine, che viene anche insegnata li’ in corsi e workshop. Abbiamo quindi preso il nostro bel tappeto beduino tessuto a mano in lana di pecora.

Friday Market: bancarella di vestiti e maschere

Friday Market: un albero di Natale tra gli oggetti usati
Altra tappa immancabile a Kuwait City e’ il Friday Market. Intanto noterete che di Friday qui lavorano!! Appena fuori dal centro citta’ il venerdi si tiene un enorme mercato semi-coperto, dove trovi praticamente di tutto: tappeti, casalinghi, arredamenti, cose usate, frutta e verdura, animali vivi, tendaggi, vestiti...ci sono anche svariate bancarelle di tessuti dove ovviamente mi sono soffermata e dove ho preso un po’ di materiali per pochi fils. Gironzolando abbiamo anche visto inaspettati oggetti come un albero di Natale, un flipper americano e un vecchio telefono marchiato SIP!!!!!








mercoledì 7 marzo 2012

VIAGGIO IN ARABIA SAUDITA - MADA'IN SALEH


Che occasione unica...vivere qui ci ha permesso di poter visitare Mada'in Saleh, un posto magnifico.

Mada' in Saleh era la seconda citta' per importanza dell'impero dei nabatei, quelli che, per capirci, hanno costruito Petra. Questa citta' venne costruita a meta' strada tra Mecca e Petra, sulla rotta delle carovane di pellegrini, esploratori, mercanti ed eserciti, che viaggiavano in arabia. Dell'antica citta' (siamo tra il 50 e il 100 d.C.) sono rimaste solo le tombe, quali uniche strutture permanenti. Le tombe sono infatti scavate in enormi formazioni rocciose e disseminate in un paesaggio lunare didune sabbiose, mentre le case erano fatte di mattoni cotti al sole delle quali non e' rimasto piu' nulla.

La meraviglia che ti attende a Mada' in Saleh e' gia' anticipata dal paesaggio attorno alla strada che porta ad Al Ula, un'antica citta' nella quale si fa base per visitare il sito archeologico.
Il sito e' recintato e sorvegliato e all'ingresso c'e' un posto di polizia che controlla che i visitatori siano provvisti di permesso. Anche loro ci hanno invitato a sederci con loro, all'araba maniera, sui tappeti di fianco al fuoco. Nella stanza hanno una specie di caminetto costruito per accogliere i bricchi di caffe' (il tipico caffe' arabo e' il gawa, con il cardamomo, buonisssssimo, che viene servito con la tipica brocca col becco lungo, la dallah), il the' o il latte, anche questo molto dolce e speziato (era buonissimo anche questo ma non era una grande idea abusarne!!).


Nel sito ci sono 131 tombe in un'area di circa 20km quadrati. Per i noti motivi, non ci sono molti turisti da queste parti, quindi la visita ha anche la magia del silenzio e della viva sensazione di essere in un luogo deserto. Quel giorno c'eravamo solo noi con la nostra bravissima guida e un piccolo pullmino di arabi, tutti uomini, in gita da Jeddah.























A nord del sito c'e' anche una stazione ferroviaria, ristrutturata di fresco, ma inattiva. Si tratta di una dellestazioni della Ferrovia dell'Hijaz, importante collegamento tra Damasco e Medina per i pellegrini musulmani, che fu ripetutamente danneggiata da Lawrenced 'Arabia durante la prima guerra mondiale. Oggi queste stazioni sono state ristrutturate, in vista forse di una futura riattivazione della linea ferroviaria.

Mada'in Saleh Railway station

A custodia di questo sito c'era un uomo di origine egiziana, con un simpatico e sdentato sorriso. Questo signore ci ha chiesto quale fosse la moneta del nostro paese...sembrava non conoscere l'esistenza dell'Euro..e poi ci ha chiesto se ne avevamo una per lui. Avevo 1 Euro con me (era li' ancora dal tempo del carrello all'Esselunga!) e gliel'ho dato. Sono rimasta impressionata perche' questo signore era felice come un bambino, mi ha chiesto quanto valeva perche' voleva pagarmelo (!!) e ha ringraziato molto per il regalo.
Piu' volte durante questo viaggio ho notato come noi stranieri e turisti non eravamo "polli da spennare" come succede in quasi tutti gli altri angoli di mondo, chi piu' chi meno, ma anzi i destinatari delle loro attenzioni riservate ai migliori ospiti. Questo grazie alla mancanza di turismo e al benessere generale della gente.
Il resto della giornata lo abbiamo speso gironzolando tra i cunicoli della vecchia citta' di Al Ula. Questa cittadina si trova in un palmeto al centro del wadi ed e' circondata da impervie pareti rocciose di arenaria rossa da entrambi i lati. La citta' ha origini antichissime e sorge su luoghi citati nella Bibbia. E' costruita con mattoni difango che, pioggia dopo pioggia, si stanno sciogliendo finche' non scompariranno del tutto. L'insediamento e' stato abitato fino agli anni '70; la storia e' quindi recente, la vita in quelle case e' ancora viva nei ricordi degli adulti del posto che ci raccontano di quanto sia stata dura convincere i vecchi ad abbandonare quelle case per andare in abitazioni piu' nuove e sicure...

old Al Ula

old Al Ula

Sulla strada che porta fuori citta', la nostra guida ci ha portato nel palmeto di un suo amico: non sembrava nemmeno di essere nel deserto dell'arabia da quanto era rigoglioso quel frutteto! La particolare collocazione della citta' le permette di avere molta acqua per irrigare i palmeti da dattero e le piante da frutto. E' un vero peccato che in Eastern Province importino certa robaccia refrigerata anziche' vendere questi meravigliosi frutti locali!! Ah, ovviamente il proprietario ci ha accolto come amici e ci ha offerto tutti i suoi frutti migliori.



E per concludere, doppio tramonto: prima visto sulla Roccia dell'Elefante, fuori dalla citta', nel deserto:

Roccia dell'Elefante


e poi dall'alto della falesia, il panorama sulla citta' di Al Ula...

Al Ula

Siamo rimasti entusiasti di questa esperienza che da sola e' valsa tutto il viaggio...

Masha Allah

domenica 4 marzo 2012

STRANEZZE SAUDITE - SAPONETTE


Allora, si vuole sempre quello che non si ha: se li hai lisci li vuoi ricci e se li hai ricci li vuoi lisci. Se sei pallida vuoi abbronzarti e se sei abbronzata vuoi sbiancarti. Noi ci facciamo le lampade, loro usano le creme sbiancanti (whitening). Come Michael Jackson. In profumeria l'80% delle creme viso e' whitening. Ma io pensavo si fermassero al viso, ai denti... Oppure toh, alle mani... Ma al supermercato ho trovato questa: