martedì 17 aprile 2012

MA CHE LINGUA PARLI?! COSA SI PARLA IN ARABIA SAUDITA

Saudi ha un sacco di immigrati e quindi e’ un miscuglio di etnie con le loro lingue,
ma le lingue che si parlano sono essenzialmente 3:

l’Arabo, ovviamente;

l’Inglese, dei madrelingua;

l’Inglese, di tutti gli altri.

L’Inglese di tutti gli altri” e’ quasi una lingua a se’ stante, anche se alcune volte e’ un ottimo inglese, nella maggior parte dei casi e’ l’inglese basico, quello parlato da tutti gli stranieri (prevalentemente indiani bangla e filippini) che lavorano da queste parti. Parlare “L’inglese di tutti gli altri”  vuol dire parlare per frasi poco complesse, usando un vocabolario limitato. Parlare questa lingua e’ mediamente facile, ma di poco aiuto se si vuole migliorare il proprio inglese, visto che in questa situazione non aiuterebbe a raggiungere l’obiettivo di farsi capire.

L’inglese dei madrelingua” comprende in realta’ una sventagliata di accenti: prevalentemente britannici (con tutte le loro diverse pronunce) e americani (che personalmente e’ quello che comprendo meglio), ma anche sudafricani e quelli piu’ ostici (almeno alle mie orecchie) dell’Australia e Nuova Zelanda. Come in tutte le lingue poi, l’istruzione e la cultura di una persona influiscono sulla lingua che parla e di conseguenza sulla possibilita’ di comprensione da parte di chi ascolta. Con l’inglese lingua universale, gli inglesi madrelingua sono evidentemente avvantaggiati, ma credo che in un certo senso costituisca anche un limite. Intendo che apprendere un’altra lingua significa dover anche comprendere un po’ di quella cultura del popolo che quella lingua la parla e l’ha plasmata, e il fatto di non aver mai avuto la necessita’ di imparare un’altra lingua mi fa notare spesso una certa pigrizia nel guardare a culture diverse.

L’Arabo” saudita e’ uno dei tanti parlati nel mondo e anche all’interno del paese ci sono diversi accenti e addirittura parole usate da alcuni sono sconosciute ad altri, di regioni diverse. A differenza di altri paesi del Golfo, in Saudi le scuole di arabo sono pochissime e nella nostra zona ce n’e’ solo una. Credo che le ragioni siano sia nella scarsa domanda (anche per le ragioni di cui sopra) sia perche’ in fondo agli arabi fa piacere poter parlare una lingua incomprensibile agli expats. Sapere l’arabo qui non serve, tutte le insegne sono bilingui e tutti parlano almeno un po’ di inglese. Almeno nella nostra zona. Quando invece abbiamo fatto il nostro viaggio nel nord del paese, le cose si sono rivelate abbastanza diverse. Spesso i cartelli, anche sulle superstrade, erano solo in arabo e pochissimi parlavano inglese. Ma noi non ci siamo mai scoraggiati, sia perche’ da bravi italiani ci facciamo capire ovunque, anche a gesti, sia perche’ un po’ di arabo (ma poco eh..) lo sappiamo. M. l’ha imparato sul campo, lavorando con gli arabi, io invece lo studio gia’ da un po’ di tempo, attraverso delle ottime classi online: il miracolo di Skype mi permette di seguire lezioni di arabo con un professore e compagni italiani, direttamente dalla mia casa in Arabia Saudita! Il mio Prof (أستاذ ) e’ bravissimo e superpreparato e questo e' il sito www.corsiarabo.com.

venerdì 13 aprile 2012

BURKINI

burkini

Il burkini, il costume da bagno per le donne musulmane osservanti!

AL SUPERMERCATO - DETERSIVI E UN PO' DI CENSURA

Uno pensa che l'Omino Bianco sia uguale in tutto il mondo...ma guardate qui:
Paese che vai, detersivo che trovi! Giustamente si adegua al look locale.





Altro fenomeno interessante e' quello che si capisce da queste due foto, dagli scaffali del super:






No, non voglio parlare di giubbini di salvataggio, ma di come qui l'immagine della donna venga nascosta ovunque si trovi, anche se si tratta della una confezione di un salvagente! Su ogni giornale o scatola che esponga l'immagine di una donna che scopre parti del corpo diverse dal viso e dalle mani, viene apposto un adesivo o vengono colorate di nero le parti scabrose! Si narra che l'incarico venga affidato a bambini che essendo puri non sarebbero influenzati dall'oscena immagine di due braccia nude... Questo tipo di censura l'ho visto anche sul volto di donne e talvolta addirittura di uomini (forse perche' piuttosto piacenti?!).

giovedì 5 aprile 2012

MA LO SAPEVATE CHE IN ARABIA SAUDITA...LE FITTING ROOMS

LE CABINE PER PROVARE GLI ABITI per le donne non esistono!

Solo gli uomini possono provare i capi prima di acquistarli, per le donne le cabine non ci sono!
Come facciamo? Dobbiamo fare a occhio, lavoriamo di fantasia e comperiamo. Poi lo proviamo a casa o, in alcuni centri commerciali, ci sono delle fitting rooms nei bagni, vicino alla moschea.
Se non va bene si cambia o si fa un reso, altrimenti... e' andata bene!

domenica 1 aprile 2012

VIAGGIO IN ARABIA SAUDITA - IL NORD

Altra bella tappa del nostro viaggio in Saudi, e’ stata quella nella parte nord, nella citta’ di Sakaka e dintorni.
Qui abbiamo dormito in un hotel veramente sgrauso, anche se pulitissimo, trovato sulla Lonely Planet (cara LP, ho capito che la guida per l’Arabia Saudita e’ solo un esercizio, visto che i turisti non ci possono andare, pero’ accidenti, potevi guardarti in giro un po’ meglio...). Ho sperimentato infatti che qui, per luoghi diversi dalle grandi citta’, non si trova nulla online e che e’ impossibile trovare delle informazioni sugli hotel che siano 1. in inglese e 2. aggiornate.

La mattina ci viene a prendere in hotel la nostra guida (anche lui trovato fortunosamente, grazie al nostro sgrauso hotel) e un aitante giovanotto: era la polizia in borghese. Gia’ ci stava seguendo dal giorno prima e ci seguira’ in tutto per oltre 2000km! Al poliziotto in borghese ogni tanto spuntava la pistola legata al polpaccio, nascosta dal thobe! Ci hanno scortato sia per sicurezza nostra che per controllo da parte loro, ma tutti sono sempre stati gentilissimi con noi, mostrandosi curiosissimi.
Abbiamo mostrato decine di volte i documenti e ogni volta la stessa scenetta:
Polizia: “Amerikiia? Inglisiia??”
Noi: “No, Italiia”
Polizia: “Ahhhhhhhhhh, Italiiia!!!!!! Del Piero!!! Ferrari!!!!”
Noi: risatina. Vabbe’, gli siamo simpatici.

La nostra guida e’ un insegnante di inglese ben introdotto, di quelli che conoscono tutti, e infatti la giornata e’ un misto di visita a bellissimi posti e di visite di cortesia nei vari uffici del turismo e musei tutti uguali (leggi qui) della zona.

LE VISITE DI CORTESIA
A me piace da matti stare in mezzo alla gente quando sono in viaggio, vedere le loro abitudini, sentire le loro conversazioni. In tutti i vari uffici dove siamo stati, siamo sempre stati accolti con la massima cortesia e, nello stile arabo, ci e’ sempre stato offerto il gawa (il caffe’ arabo con cardamomo) seguito dal the’ verde alla menta e accompagnato da datteri. Per loro avere dei turisti occidentali rappresentava una novita’ e anche un diversivo; nei miei confronti (donna occidentale, che gira con la testa scoperta e che osa parlare) ci sono state reazioni a diverse intensita’ tra il cordiale, l’imbarazzato e l’indifferente. Anzi, l’atteggiamento piu’ normale e’ proprio l’indifferenza, da loro intesa come segno di rispetto.

I POSTI DA VEDERE
Abbiamo visto molte cose belle nella zona...

 
Lago artificiale formato dall'eccedenza d'acqua di un pozzo
nei dintorni di Sakaka
Qasr Za'abel - Sakaka


ma due sono le cose bellissime da non perdere:

 
megaliti a Rajajeel

megaliti a Rajajeel
Rajajeel: in cima ad un altopiano spazzato dal vento in un luogo desolato sorge questo misterioso ed incredibile sito archeologico costituito da gruppetti di megaliti alti 2 metri. Sono dei menhir di cui si sa poco ma si pensa risalgano ad almeno al 2000 a.C.. Gli archeologi ritengono che le pietre facessero parte di un luogo di culto dell’Eta’ del Bronzo e che avessero un significato astrologico. Secondo una leggenda locale si tratta di rijal al-hajar (uomini di pietra) puniti da Dio per la loro infedelta’. Infatti queste pietre assomigliano proprio a gruppetti di uomini affiancati l’uno all’altro, impietriti di fronte al sole.

  


Qasr Marid a Domat al-Jandal

 
Domat al-Jandal: in questa cittadina sperduta ci sono due perle... Qasr Marid: e’ una fortezza le cui fondamenta risalgono all’epoca nabatea (attorno all’anno zero) e alcuni documenti di epoca romana riguardanti le spedizioni della regina Zenobia in questa zona nel III secolo d.C. citano il nome di Marid. La fortezza, restaurata nel XIX secolo, e’ quindi costruita con un misto di mattoni di fango e squadrati mattoni di epoca pre-islamica.


moschea di Omar a Domat al-Jandal




minareto della moschea di Omar
a Domat al-Jandal

L’altra cosa bellissima e’ la Moschea di Omar: e’ una delle piu’ antiche dell’Arabia Saudita e si ritiene venne fondata dal secondo califfo, Omar bin al-Khattab (che regno’ fino al 644 d.C.) durante una sua sosta in questo luogo mentre era in viaggio per Gerusalemme. Il minareto e’ meraviglioso e con dietro il cielo blu e il silenzio di quel luogo, era veramente superlativo. Non si conosce la data esatta della sua cotruzione ma la struttura fa pensare al periodo pre-islamico; la tradizione locale infatti dice che la torre venne trasformata in moschea proprio da Omar.

moschea di Omar
nei vicoli della vecchia citta'
di Domat al-Jandal

citta' vecchia di Domat al-Jandal
  






















 IL MUSEO PRIVATO
Sosta piuttosto particolare e’ stata quella a casa di una personalita’ locale, una specie di sindaco, che ha un museo privato, fondato dal padre. Arrivati in questa grande casa, siamo stati accolti dal servo (so che questa parola a noi fa un po’ venire i brividi, ma e’ esattamente quello che questo uomo, pachistano, faceva in quella casa). Eccezionalmente io, donna, sono stata ammessa nella majalis dove abbiamo atteso che il padrone rincasasse, bevendo l’ennesimo gawa e the della giornata, accompagnato dal milionesimo dattero.
La majalis e’ una stanza tipica della casa araba, che si trova appena al di fuori della casa stessa (riservata alla famiglia stretta e quindi alle donne) all’ingresso, dove normalmente sono ammessi solo gli uomini. Questa grande stanza e’ ricoperta da grandi tappeti, si entra senza scarpe e ci si accomoda per terra appoggiati ai grandi cuscini che la circondano.
Una volta arrivato il proprietario ci ha mostrato il suo museo privato: si tratta di una raccolta di tutto un po’, di oggetti vari piu’ o meno vecchi, piu’ o meno arabi, ma la cosa piu’ incredibile e’ che aveva dei pezzi delle tombe nabatee di Mada’in Saleh! Inconcepibile per noi poter avere in casa pezzi archeologici cosi’ importanti! Alla fine della visita siamo stati invitati (e’ stato invitato M, io di conseguenza, non dimentichiamo mai che sono donna!) in un’altra majalis, enoooooorme grande come due campi da tennis, a firmare il guestbook.
Questa e’ stata un’altra bellissima tappa del nostro viaggio, una tappa dell’Arabia profonda, lontana anni luce dal nostro mondo, una giornata vissuta nello stile arabo, con i loro tempi, lenti e scanditi dalle preghiere, con le loro abitudini, fermandosi a salutare e a bere gawa con ogni amico o conoscente, con la loro lingua, visto che l’inglese e’ scarsamente parlato...
Un’esperienza bellissima e vera...
شكرًا