lunedì 9 ottobre 2017

EXPAT D'ALTRI TEMPI E UN LIBRO DEL 1988

Quando ti guardi in giro e vedi come le citta' in Saudi cambiano lo skyline alla velocità della luce e come invece altre abitudini invece non cambiano mai, ti chiedi come poteva essere questo posto negli anni '70 e '80 o anche prima, quando l'immigrazione occidentale esisteva gia' da decenni e il paese stava identificando come spendere e spandere i soldi di cui avevano capito di avere.

Dalle testimonianze online, delle persone o dai libri, si capisce come le esperienze siano davvero molto diverse. Ci sono persone che hanno assolutamente odiato questo posto, ne hanno detto peste e corna e sono scappati non appena hanno riempito il bauletto d'oro. Altri sono assolutamente innamorati di questo paese e trovano il modo di non lasciarlo nemmeno una volta che sono andati in pensione, altri ancora hanno proseguito le loro avventure in giro per il mondo ma si cercano e ritrovano online dopo 40 anni.

L'Arabia Saudita non e' un paese uniforme, e' enorme geograficamente e la popolazione ha grandi differenze a seconda del posto da cui proviene, in termini di abitudini e anche di lingua o modi di dire. Un po' come l'Italia d'altronde.
Quindi anche le esperienze degli expat varia in funzione di dove sono capitati.

Ho conosciuto italiani che erano sul Golfo Persico negli anni '70 (dove all'epoca addirittura c'era la scuola italiana), dove per trovare un macellaio dovevano guidare un paio d'ore nel deserto e per sfamare il bambino dovevano produrre in casa della farina di riso.. 😯😯 vivevano decisamente in mezzo al niente. Ma queste persone amano Saudi e non riescono a staccarsi da qui.

Vedo poi alcuni gruppi online di persone che lavoravano insieme 40 anni fa a Tabuk (che, ricordo, e' un buco oggi...non oso pensarlo 40 anni fa!) e le foto di allora mostrano veramente dei "bei tempi andati" dove la gente si trovava e si divertiva, come in una sorta di party continuo. Forse proprio perche' erano tutti su questa barca alla deriva in mezzo al deserto, l'aspetto sociale e il senso di comunità si e' sviluppato di piu'.

Poi ci sono esperienze come quella raccontata nel libro "Otto mesi a Ghazzah Street", che mi e' stato consigliato e ho appena letto. Un libro parzialmente autobiografico scritto da un'inglese che visse a Jeddah tra il 1983 e il 1985. E questa donna ha assolutamente odiato questo posto.
Mi ha incuriosito tantissimo come questo libro sia per almeno il 90% ancora cosi' attuale (lasciamo stare la trama del giallo che doveva infilare per dare corpo al libro).. Alcune piccole cose sono cambiate o sono io che le vedo diversamente: all'epoca non era obbligatorio per le occidentali indossare l'abaya mentre adesso lo e'! Guardate questa foto degli anni '70 dove donne occidentali giravano per le strade di Khobar con gonna sotto al ginocchio e maniche corte! 

(Inizio digressione: guai a loro se ci tolgono l'obbligo dell'abaya! Gia' ci obbligano a guidare, se ci tolgono anche l'abaya vuol dire che non potrò piu' uscire in pigiama, che dovrò trattenere il fiato e la pancia in dentro???? no eh!!! Fine digressione.)

Donne a Khobar negli anni '70, foto dal web
Altre fantastiche foto le trovate qui

e poi non condivido l'altezzosità dei sauditi come la descrive lei, che io non noto cosi' feroce. Sarà che in mezzo secolo si sono abituati alla loro società' multietnica (ma non multiculturale)..

Altre cose invece sono assolutamente identiche: gia' all'epoca si diceva che l'epoca d'oro era finita e che le cose sarebbero cambiate presto....oggi si dicono esattamente le stesse cose eppure siamo ancora tutti qui! Altra cosa spettacolarmente immutata e' ..............il Magimix! 😂😂 Scusate, qui in pochi mi capiranno ma quando ho letto che le mogli degli expat avevano come argomento principe il Magimix, sono morta dal ridere visto che anche qui oggi il Thermomix tiene banco!! (che poi e' una roba tipo Bimbi, tanto per capirci).
Delle altre bordate che l'autrice tira su questo paese non parlo, io voglio solo buttarla sul ridere 😉😉

Il succo pero' mi pare che sia il proprio atteggiamento e come ci si pone di fronte ad un'avventura in un paese come questo. E questo sicuramente cambia  in base al periodo della vita che stiamo vivendo, alle cose che ci succedono, alle aspettative e alle aspirazioni e alle persone che si incontrano.

Credo che arrivare gia' con il grugno, per l'autrice di quel libro, sia stato il problema principale, senza parlare del fatto che hanno inizialmente abitato in un appartamento anziché in compound! Sembra una scemenza, ma io lo dico a tutti quelli che mi scrivono: scegliete con cura il posto dove andrete a vivere e dove porterete la vostra famiglia! La vita per loro si svolge li' 24h al giorno!

E' stata una lettura interessante e utile anche a me e mi ha sicuramente aiutata a riprendere ottimismo nel dover sopravvivere in questo angolo sperduto di deserto!


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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao ti leggo da sempre ma non sono ancora riuscita a capire bene come sia davvero vivere in un compuond e se sia meglio che vivere in un appartamento fuori, e se sia possibile vivere al di fuori dei compuond. Io sono stata molte volte nel golfo e i miei migliori amici sono omaniti ma credo che vivere in saufi sia totalmente diverso ma anche molto affascinante. Continua a scriverci le tue esperienze sono interessantissime anche per l approccio che fai con questa cultura molto diverso da altri blog. Grazie

Saudia ha detto...

Grazie mille! Mi fa piacere il tuo complimento perche' sostiene il mio obiettivo!
E' ora possibile vivere fuori da un compound, piu' frequentemente in appartamenti in contesti residenziali. Secondo me in Saudi e' ancora meglio stare in compound, soprattutto se si viene con la famiglia, forse dall'anno prossimo quando le donne potranno guidare le cose cambieranno un po'. I motivi sono proprio la mancanza di mobilita' e il fatto che con questo caldo si ha la necessita' di poter stare all'aria aperta senza abaya e senza sguardi indiscreti e questo lo puoi avere solo in compound. Certo se si tratta di un single la cosa puo' essere diversa. Riguardo gli altri paesi del Golfo e' tutta un'altra storia... e la necessita' del compound proprio non esiste.

Anonimo ha detto...

Prego, grazie a te che ci racconti questo paese misterioso ed affascinante

Max ha detto...

Buongiorno

mi chiamo Massimiliano Gugole e conduco "C'è tempo", un programma su Radio Italia Uno, una community radio di Adelaide in Australia.

Nel programma c'è una sezione dedicata ai viaggi in cui chiacchiero per qualche minuto con un "viaggiatore" italiano. Mi piacerebbe molto intervistartii. Le interviste avvengono normalmente in diretta via Skype il sabato pomeriggio tra le 13 alle 15 ora locale.

Se hai domande o curiosità, non esitare a contattarmi. Grazie per l'attenzione, buona giornata e spero a presto!

Saudia ha detto...

Ciao Massimiliano! grazie mille per avermi scritto ed invitata alla tua trasmissione! Potresti contattarmi alla seguente e-mail ? camelcrossingksa ( @ ) gmail. com
grazie G'day!

Umberto ha detto...

....adesso andiamo anche in onda ....