mercoledì 9 agosto 2017

TABUK FESTIVAL

In mezzo ai cartelli solo in arabo, un giorno e' spuntato questo:




Chiedendo aiuto a colleghi sauditi, identifichiamo luogo e data (le date sono quelle del calendario Hajiri) del Tabuk Fruit e Flower Festival!


Occasione da non perdere per comprendere meglio la citta' in cui sto vivendo. E ne e' valsa la pena.

Abbiamo girato un po' e ovviamente non solo eravamo gli unici occidentali, ma ero anche l'unica donna di cui si vedeva il viso.


Ad un certo punto siamo stati approcciati da una ragazza che lavorava per il festival e con le mie 4 parole in arabo e le sue 4 parole in inglese, ci siamo intese! Ci ha accompagnato in giro per il festival, visitando il piccolo padiglione dove vendevano piante fiori e frutta, tutti della regione di Tabuk che ha un clima decisamente piu' mite rispetto a quello della costa sul golfo Persico dove vivevamo prima. Quali ospiti d'onore ci e' stato concesso di fare il giro in senso inverso rispetto a tutto il resto del pubblico! Piccole cose per farti sentire importante!



All'esterno c'era un'esposizione di fotografie di Tabuk oggi e di 30 anni fa. Che questo sia un paese strano lo sapevamo, ma ogni giorno ci sono piccole cose inspiegabili: le foto fatte ai giorni nostri ci e' stato spiegato che sono state fatte con i droni, e anche sul festival svolazzavano dei droni. Peccato che i droni in Saudi siano vietati! There is always a way...ci hanno detto!

Poco piu' avanti c'era un lungo pannello dove chiunque poteva contribuire a dipingerlo: l'artista (un saudita di Qatif) dice che vuole realizzare il pannello dipinto piu' lungo al mondo, in onore di Pace e Amore!


Con la nostra accompagnatrice, abbiamo avuto modo di scambiare parole con altri espositori e organizzatori.

La nostra accompagnatrice Tahani
e in secondo piano l'artista del pannello



Devo ammettere che l'impressione generale e' stata molto buona: la gente e' accogliente e friendly, sembrano diffidenti solo perche' non sono abituati a vedere troppi occidentali, parlano poco l'inglese. Ma le persone sembrano piu' genuine rispetto alla ricca Khobar, dove ormai tutti (soprattutto le donne) hanno il pelo sullo stomaco (e non solo in senso figurato!). Le donne sono tutte completamente coperte ma stando accanto alla nostra accompagnatrice, ho avuto la sensazione che gli scambi tra ragazzi e ragazze non siano particolarmente limitati. Insomma questa parte di paese mi sembra piu' reale, magari un po' piu' chiusa per limitate possibilità, ma piu' vera e con i piedi per terra. Qui i sauditi devono lavorare: al Festival, alle bancarelle erano quasi tutti sauditi, giovani e adulti, dietro ai banchi.






Sono soddisfatta di questa esperienza, come tutte le volte che mi infilo in queste occasioni speciali in mezzo ai locali! Questa la archivio nella lista delle cose positive di Ta-buk!



2 commenti:

Sempre Mamma ha detto...

Sono contenta che questo luogo dia l'impressione di essere più libero rispetto al precedente.
Non mi abituero' mai a vedere le donne completamente coperte.

Saudia ha detto...

Ciao Sempre Mamma! Tutt'altro: questo posto e' molto piu' chiuso rispetto a dove eravamo prima. Quello che ho trovato diverso e' l'approccio piu' amichevole nonostante la diffidenza verso il "diverso". Perche' qui il "diverso" siamo noi.
Riguardo le donne completamente coperte, per quello che mi riguarda l'abitudine l'ho fatta, ma legata al contesto. E si impara anche a riconoscere un viso sorridente da uno corrucciato, anche da dietro la maschera.