martedì 13 maggio 2014

GITA A JEDDAH: APPUNTI A CASO

Da tempo volevo andare a vedere Jeddah e finalmente ce l'abbiamo fatta.
Ne avevo sentito parlare come la citta' piu' aperta del regno, dovuto al fatto che da secoli e' il punto dove milioni di persone da tutto il mondo devono passare per andare a Mecca e che per secoli, a prescindere dall'invasore di turno, ha mantenuto una certa indipendenza.
Ed effettivamente qualche differenza con la Eastern Province la si nota; detto cio', niente ci ha fatto dimenticare il paese dove ci troviamo!
Di seguito e' una non-guida, visto che online si trova poco o nessuna informazione, quattro cose ve le dico io.

AL BALAD

in una strada del Balad



una delle poche case ancora in piedi
Al Balad e' la zona vecchia della citta', famosa per le sue case (alcune, pochissime, ristrutturate, altre, molte, che cadono a pezzi) con i balconi intarsiati. L'ideona e' stata andarci di venerdì mattina! Di fatto non c'era scelta...
La difficoltà di organizzare un weekend turistico in un posto come questo e' che si hanno un sacco di momenti morti, dovuti agli orari di chiusura e alle serrate del venerdì mattina...Andare in giro in quell'orario e' surreale, mi ricorda le mie estati da bambina, negli anni 80, quando pensavo al giorno di chiusura del bar del paese (in montagna, dove passavo l'estate con i miei nonni) con l'angoscia del vuoto, della mancanza del mio gelato preferito. Qui venerdi mattina, uguale. In giro neanche i gatti. Un caldo spaventoso (ormai sono quasi 40..), con addosso l'abaya che anche se l'ho finalmente trovata di cotone, e' pur sempre un bel cappottone nero!! Insomma ho fatto una bella sudata ma almeno abbiamo potuto scattare un po' di foto senza destare troppa attenzione.

non raro esempio di casa che cade a pezzi
Col senno di poi: prenotare un hotel con spiaggia annessa, per passare in modo migliore il venerdì mattina. A Jeddah e' possibile anche stare in bikini in queste spiagge! Sapevo che tempo fa questi hotel ammettevano esterni, a pagamento, alla loro spiaggia per la giornata, ma sembra che cio' non accada piu' e alla reception del nostro hotel non sono stati in grado di aiutarci..











casa ad Al Balad
casa ristrutturata ad Al Balad


AL-TAYIBAT MUSEUM FOR INTERNATIONAL CIVILISATION


interno del castello-museo
Pare ci siano diversi musei in citta', tutti privati, ma anche qui il problema e' l'orario di apertura, che e' sempre lo stesso di cui sopra (8-12 e 16-20, serrata venerdì mattina, orari indicativi, come tutto da queste parti). Siamo riusciti a visitarne uno, che ci e' piaciuto molto e che consiglierei. E' il Tayibat City Museum for International Civilisation. Esternamente e' una specie di castello, che riproduce le case tipiche del Balad; finto ma veramente bello. All'interno sono stipati migliaia di pezzi di ogni genere, provenienti da ogni parte del mondo. Il tema del museo e' difficile da identificare, si tratta di una raccolta di oggetti, anche preziosi, a testimonianza degli usi e costumi dei popoli del mondo. Abbiamo pagato 50sr each (10 Euro cad), abbiamo ricevuto il benvenuto da parte del proprietario e siamo stati accompagnati da una guida, egiziana, con un alquanto stentato inglese. Ma noi italiani a gesti ci capiamo lo stesso!
il museo visto dal cortile
Il museo e' enorme e ci siamo concentrati sulla parte saudita: un piano intero e' dedicato alla varie zone del kingdom, con sale dedicate alla vita quotidiana di ogni area, con ricostruzioni perfette, pulite e ben tenute degli ambienti e di alcune scene quotidiane.
Proprio bello.





oggetto del museo:
bellissima macchina da scrivere con lettere arabe

AL NAKHEEL RESTAURANT
Ristorante rinomato tra i locali ed expat di Jeddah, e' un bellissimo locale sulla corniche (il lungomare). Si tratta di un ampissimo spazio all'aperto, coperto da alte tende beduine (comunque dotato di impianto rinfrescante) con tanti tavoli e divani in stile beduino. La cucina e' un misto libanese/internazionale e siamo rimasti soddisfatti di quello che abbiamo mangiato.
Appena entrati c'e' un'ampia area riservata agli uomini singoli, poco avanti c'e' la family section, enorme e veramente piacevole. Pochissime o quasi nessuna donna ha il viso coperto, molte fumavano shisha e sigarette! e a differenza di quanto accade dal nostro lato del paese, le famiglie mangiano tranquillamente al loro tavolo senza aver bisogno di rinchiudersi dietro a paraventi o infilandosi in veri e propri loculi nascosti. C'era anche un grande schermo che mandava il video di un concerto una cantante mediorientale (libanese? egiziana? boh..), e voi mi direte: embhe'? La musica nei ristoranti e' tutt'altro che scontata: tempo fa, al nostro ristorante libanese preferito di Khobar, il capo ci ha detto che avrebbe forse messo della musica, ci stavano pensando...ma nel caso, sarebbe stata solo musica senza canto, perche' non potevano avere problemi con i mutawa! chiaro quindi che il video e' una rivoluzione!!

RED SEA MALL
Se uno viene in Saudi (ma anche nel middle east in generale) e dice che vuole andare in un posto caratteristico del luogo, la destinazione e' automaticamente un mall. Altro non c'e', o quasi. E io una capatina la faccio sempre. E qui per la prima volta ho visto donne in giro con abaye NON NERE! Certo non stiamo parlando di colori sgargianti, ma di grigio blu beige, ma ne ho vista anche una turchese! Anche qui poche facce coperte e commessi e camerieri un po' piu' rilassati ed amichevoli. I negozi sono piu' o meno gli stessi dappertutto, ma qui qualche piccola novità c'e'. Uno su tutti, un negozio che e' stata una scoperta: si chiama Kalimah ed e' un negozio di abbigliamento, linea casual abbastanza giovanile la cui caratteristica e' che le stampe decorative riprendono motivi e disegni molto arabi, rivisti in chiave moderna. Cose bellissime e finalmente un negozio diverso!!! Dal sito sembra che vendano anche nella Eastern Province, ma io non l'ho mai visto, andrò a caccia presto!


la mia maglietta Kalimah!

SPOSTAMENTI

Quello che consiglio e' di affittare da subito un'auto, cosa che noi abbiamo fatto il giorno dopo l'arrivo. Abbiamo preso un'auto per la modica cifra di 100sr (=20Euro!) per 24h, con solo la fotocopia dell'iqama e della saudi driving licence, pagato in contanti e senza carta di credito a garanzia! easy peasy...Certo, la guida e' la cosa piu' pericolosa di Saudi e Jeddah non scappa, se poi ci aggiungi che non si conoscono bene le strade, non si sa bene dove si vuole andare e che hai una macchina non tua...immaginate le maronne che son volate!


Vicino al centro citta', zona Baghdadyia (non so spiegare altro, se non che e' vicino a City Max) c'e' un nuovo complesso dove sono raggruppati tutti i car rentals: se non la prendete in aeroporto, vale la pena farsi portare qui e cercare un good deal.
Un bel weekend, ho visto mangiato e comprato delle belle cose e son contenta.
E' incredibile come, vivendo qui da un po', certe cose ti sembrino del tutto normali e le cose che in realtà sono normali, ti sembrino del tutto eccezionali!

Sara' che l'erba del vicino e' sempre piu' verde?

21 commenti:

Unknown ha detto...

In Oman, per esempio, hanno già capito che un giorno il petrolio finirà e l'unica risorsa possibile in quella zona è il turismo...e finalmente il Sultanato è visitabile in tranquillità senza troppe pasturie burocratiche di visti ecc...

I Sauditi dovrebbero pensarci...o pensi che inizieranno a pensarci quando ormai sarà troppo tardi?

A me -e non solo- piacerebbe fare un viaggio in KSA...ma non si può.

come sempre grazie per l'aggiornamento del Blog

Saudia ha detto...

ciao Sergio! discorso lungo questo...
anche negli altri paesi del golfo hanno capito la solfa e stanno diversificando (vedi il Qatar che punta su sport, energie rinnovabili, centri di ricerca...)
Qui le forze di potere in gioco sono molte e premono diversamente. Riguardo l'energia, in KSA, stanno puntando sul rinnovabile per soddisfare gli esorbitanti consumi interni, riservando il petrolio per l'esportazione. La percezione di tutti, di tutti i giorni e' che finito il petrolio torneranno da dove sono venuti, a vivere nelle tende in mezzo al deserto, ma dubito che questo accadrà' veramente. Il turismo e' un punto di attenzione, ma non certo il turismo a cui pensiamo noi, si tratta essenzialmente di turismo religioso. Ogni tanto pero' si parla di rendere Mecca e Medina delle citta' stato, che possano mantenere le rigide regole attuali (i non-musulmani non possono entrare in queste citta'), dando al contrario una maggiore apertura al resto del paese.
Chissa'....

Anonimo ha detto...

Se penso che quei bellissimi intagli dei balconi servivano per far vedere fuori alle donne senza che loro fossero viste...
Mila

Umberto ha detto...

Ciao, interessante reportage. Toglimi una curiosità, fotografavi di nascosto quando non c'era nessuno nei paraggi? Non vedo nessuno per le strade .....
E' triste vedere beni artistici andare in rovina. E' come cancellare la memoria del passato.

Saudia ha detto...

Ciao Mila! Pensa che ora le cose sono anche peggio: nei rari casi dove le case hanno un balcone, viene completamente sbarrato con rozze assi di legno!
Ciao Umberto! Era appunto venerdi mattina e in giro non c'è nessuno per davvero! Le cose davvero interessanti non sono molte qui, considerando l'immenso territorio, peccato proprio che alcune di queste vengano trascurate.

Anonimo ha detto...

Ciao!
Complimenti per il blog, é raro trovare persone con la tua costanza. Verrò a vivere a jedda ad agosto, assunto da un azienda saudita.
Mi chiedevo se ci sono novità sulla MERS. Perché pare l epidemia non si sia fermata. Grazie

Saudia ha detto...

Ciao Anonimo! Nel regno sono tutti impanicati per la Mers. Se ne legge molto sui giornali e i vari ministeri mandano in continuazione sms a tutti al riguardo. In alcune zone (tipo Jeddah) alcune persone (parecchie ma comunque una piccola parte) indossano una mascherina (anche se in un sms del ministero se ne scoraggiava l'uso).
Non si tratta ancora di un'epidemia, esperti dicono che è comunque difficile prendere il virus, il problema però è che se lo prendi è particolarmente aggressivo e pericoloso.
Di fatto è opportuno seguire le normali regole di igiene: non toccarsi bocca naso occhi con le mani, starnutire non sulle mani, evitare alla grande quelli che starnutiscono, evita posti troppo affollati, lavarsi le mani spesso. In fondo devi evitare un'influenza, la pericolosità sta nelle conseguenze, non nella via di contagio.
Inoltre pare poi che chi non gli sopravvive sono quelle persone che hanno già delle patologie che a causa del virus vengono aggravate, fino alla morte.
Insomma, un pò di buon senso e un pò di culo dovrebbe essere sufficiente, senza farsi venire il panico inutile.
Benvenuto nel magic kingdom!

Anonimo ha detto...

Ok grazie!
Sono stato a jeddah in visita spesato da quest azienda e non mi ha fatto un impressione così brutta (anche se ho 26 anni e vivo a Londra)
Spero di ambientarmi

Max

Umberto ha detto...

Ciao Saudia, un saluto.
Ciao Max, un saluto ed un in bocca al lupo per la nuova esperienza, e magari ci tieni aggiornato con un altro blog .......
.... two blog is mei che one ....

Saudia ha detto...

@Max: ti ambienterai, non preoccuparti! Conoscere il mondo fa sempre bene, anche se si tratta di Saudi!!
@Umberto: un saluto a te!

Anonimo ha detto...

È scritto nel Corano che su tutte le controversie il giudizio appartiene ad Allah

Ma chi Ti credi di essere, la regina di Saba? Perdona l’espressione ma questo repertorio di racconti sulla Tua vita da espatriata (o expat come sei solita scrivere) è pur sempre l’insieme delle esperienze frammentarie che sei riuscita a racimolare in un paese che è ben oltre quello che descrivi. Mi rendo conto che Tu abbia l’impressione di sentirTi una privilegiata solo perché abiti in un paese inaccessibile, ma hai mai pensato che l’entusiasmo con il quale racconti, Ti faccia apparire piuttosto come una persona alla ricerca di un equilibrio in una realtà dove non potrà trovarlo? Hai scelto di fare l’espatriata, benissimo. Ma non polemizzare continuamente sugli aspetti del Regno saudita! Non penso che i sauditi avrebbero continuamente da ridire sulla Tua amata città di provenienza. Cerca di scrivere con delicatezza, sforzandoTi di immedesimarTi (cosa quasi impossibile per un “expat italiana” che si atteggia da saudita) nella mentalità delle donne che abitano in Arabia Saudita. Racconta con oggettività, specialmente le situazioni di disagio che gli immigrati sperimentano. Potrai visitare anche le due città sante dell’Islam (magari vantandoTi di essere riuscita a compiere un’impresa impossibile per un expat) ma se non ami questo paese nelle Sue seducenti sfaccettature, se non ne rispetti il mistero, se non convivi con la Sua precarietà, continuerai a fare sfoggio solo di un’inutile voglia di apparire. Non denigrare l’Italia dichiarando di essere rinata in “Saudi”; penso proprio che il tuo “sacro dialetto” a Jeddah nessuno lo capirebbe.

Un cittadino che parla molto bene l’italiano


Post Scriptum: considerando la Tua voglia di sparare a zero su tutto, penso che non pubblicherai questo commento, l’importante è che Tu lo abbia letto!

Saudia ha detto...

e perchè non dovrei pubblicare questo commento? Esprimi la tua opinione in modo educato: questo basta e puoi avere il tuo spazio. Non voglio risponderti punto su punto, anche perchè francamente alcune cose che scrivi non le ho proprio capite.
Il fatto che il mio sia un racconto parziale è perfettamente vero, è infatti solo la mia esperienza di vita in questo paese, che rispetto e che ringrazio per la possibilità che mi da, ma non vedo il motivo per cui non dovrei parlare di quelle cose che più che altro mi fanno sorridere. Non serve che te la prendi sul personale, qui giudizi non ce ne sono, è solo una fotografia ironica della quotidianità di un'expat (così è) in saudi.

Umberto ha detto...

Ciao cittadino che parla molto bene l'italiano, ti faccio i miei complimenti perchè scrivi da Dio, sicuramente molto, ma molto meglio di tanti italiani. Ho letto e riletto il tuo scritto, e trovo difficile farmi una ragione di questo accanimento nei confronti di Saudia. Sono stato combattuto se rispondere o meno, ma alla fine eccomi qua. Io nel leggere quello che scrive non trovo nulla di offensivo, anzi mi incuriosisce. E se ha del buon umorismo nel raccontarlo non è sicuramente un male. Quello che scrivi lo rispetto, non posso approvarlo, ma comunque lo rispetto. Hai fatto un bel tema, ma purtroppo secondo il mio parere non sei in argomento. Parli bene l'italiano, ma forse non hai lo spirito per capire a fondo il diario di Saudia, che spero continui a farci scoprire "a modo suo" quello che vede e percepisce in Arabia.
Saluti
Umberto

Solare ha detto...

Il tuo blog e' interessante e divertente e questo tipo che parla bene l'italiano ( non ho ben capito perche' lo puntualizza), secondo me e' un po' aggressivo e non ne vedo il motivo. Continua a raccontarci le tue esperienze, non credo che la tua vita da expat in Saudi sia tutta rose e fiori come non lo e' per nessuno mai ma e' intelligente cercare di raccontarci una tua visione dei fatti e dei luoghi che vivi .
Io ho proprio difficolta' a capire perche' certe persone sono cosi arrabbiate, forse perche' gli e' negata la possibilita' di vivere l'esperienza che fai tu e di cui sono gelose e cosi nasce la rabbia e la cattiveria, peccato per loro.
I

Umberto ha detto...

Ciao Sara, sono Umberto, la butto sul ridere, ma mi pare tu stia chiedendo a Saudia di entrare con una sigaretta accesa dentro un deposito di dinamite.....
Saluti

Anonimo ha detto...

Ciao Umberto, hai ragione a buttarla sul ridere, soprattutto dopo aver letto il commento di Anonimo mi sono resa conto che nonostante la delicatezza di esposizione del blog certi argomenti possono comunque e a prescindere risultare un po' troppo spigolosi… ;) Ma oramai quando ho letto il suo commento e riflettuto su questo aspetto, la domanda era stata inviata...

Ad ogni modo l'ho fatta -con una certa consapevolezza della difficoltà di trattazione- perché in questo blog ho trovato una cosa rara ma preziosa: il saper raccontare una realtà tanto diversa da quella di origine lasciando da parte le facilonerie di giudizio, le opinioni di merito e le accuse morali che spesso offuscano e distorcono racconti, resoconti e ricostruzioni.
Ho trovato un modo di relazionarsi ad una cultura che è il più genuino possibile: i suoi racconti hanno inevitabilmente dei commenti e giudizi, ma sempre dettati dalla sensibilità personale e da equilibrio, dai quali trapela sì la distanza culturale ma mai un atteggiamento giudicante e vanaglorioso (che spesso invece ritrovo nell'approccio degli occidentali).
Stimo questa finezza di narrazione non solo a livello personale ma anche perché credo che un racconto così ben bilanciato di realtà e sentimenti, possa e sia molto più veritiero di tanti altri racconti (spesso finalizzati ad una equa riflessione sociale...).
Credo che ognuno di noi minimamente interessato alla cultura araba conosca già a memoria la condizione narrativa della donna, troppo spesso rappresentata in descrizioni intrise di giudizi di riprovazione e condanna, di articoli giuridici, principi morali e culturali.
Mi sarebbe invece piaciuto -per una volta- vedere con i miei occhi questa condizione quotidiana… E non potendolo fare ho pensato che gli occhi di Saudia ben avrebbero potuto sostituire i miei! :)

Ad ogni modo credo che dopo queste riflessioni continuerò ad estrapolare tali preziose immagini ogni qualvolta Saudia avrà piacere e voglia di fotografarle per noi, magari in una parrucchieria o in un mall, come d'altronde già fa e facciamo.
Un caro saluto a voi,
Sara

Unknown ha detto...

HO letto il tuo Blog tutto d'un fiato, come un racconto coinvolgente e documentato!
Il tuo stile è frizzante e rapisce l'attenzione, specialmente per me che vivo in Tunisia, così diversa dalla mia amata (neanche troppo) Brescia.
Mi ha così affascinato il tuo blog, che ho deciso di crearne uno mio, ed ho scoperto un modo tutto all'italiana di persone che raccontano la propria vita in posti così lontani dalla nostra cultura.
Ti stimo molto, e grazie per avermi ispirata a questa idea così trasportante!
Non vedo l'ora di leggere i tuoi nuovi post! Ancora tanti complimenti ;-)

Saudia ha detto...

Si, l’allegoria della sigaretta nel deposito di dinamite e’ perfettamente calzante!
Innanzitutto ti ringrazio Sara per quello che scrivi del mio blog!
Riguardo l’articolo, a me pare proprio l’esempio di chi scrive di qualcosa che non conosce, strumentalizzando alcune cose a sostegno della propria opinione.
Non voglio prendere le difese di nessuno, da nessuna parte, ma stando qui, la sensazione e’ decisamente diversa. Una cosa che dico spesso e’ che non possiamo giudicare questo mondo con il metro di misura occidentale.
Qui c’e’ una certa cultura e una certa storia, e’ vero che alcune persone rivendicano dei cambiamenti, come d’altronde succede da noi, ma nessuno si sognerebbe mai di rinnegare la propria cultura e il proprio mondo.
Il pensiero comune in occidente e’ che queste donne siano succubi e che attendano la liberazione, non per niente il titolo dell’articolo e’: “Le donne sono schiave”. Non e’ cosi’. Quelli che alcuni vedono come vincoli, qui sono spesso considerati privilegi. Questa e’ la cultura, queste sono le regole e ognuno cerca di ottenere il meglio muovendosi tra queste. Faccio un esempio: leggevo di recente (purtroppo non sono riuscita a trovare l’articolo) di un sondaggio nel quale si chiedeva a uomini e donne la loro opinione riguardo la possibilita’ di viaggiare, per le donne, senza il consenso del loro guardiano, cosa ad oggi indispensabile. Ebbene, la maggior parte di uomini e donne si sono detti contrari alla liberta’ di viaggiare e favorevoli al mantenimento della necessita’ del permesso. Non ricordo le % ma eravamo attorno al 60% per gli uomini e al 55% per le donne. Sull’enfasi dell’articolo, ci saremmo dovuti aspettare un 100% di donne che rivendicavano la propria indipendenza.

Saudia ha detto...

ciao Doena!
grazie!
Hai fatto bene ad iniziare il tuo blog: e' un'attività divertente (così ti sfoghi un po'), interessante visto che ti devi confrontare con chi ti legge e certe volte si fanno anche delle amicizie.
ciao!

Anonimo ha detto...

Blog molto interessante ^^ Spero tu lo arricchisca di più!

Anonimo ha detto...

Mia cara Saudia

Per caso, sono nuovamente “incappato” nel Tuo blog. Sono il cittadino che parla molto bene in italiano. Vorrei semplicemente scusarmi per aver procurato il disappunto dei tuoi lettori più affezionati. Pare che uno di loro abbia insinuato che avessi scritto il mio commento del 20 giugno in preda alla rabbia. Per quale ragione avrei dovuto essere arrabbiato? Gli arabi hanno il sangue che gorgoglia e, considerando che abiti nel Regno Saudita, dovresti essertene resa conto. Noi semiti ci accontentiamo di qualsiasi genere di minuzia per sentirci stimolati a fare ed esternare tutta una serie di riflessioni. Ringrazio Umberto per i compimenti. L’italiano è una lingua sacra! Gli innumerevoli dialetti che si parlano in Italia, per quanto siano importanti, non rendono bene il suono di questo meraviglioso vernacolo.

سلام

Post Scriptum: Il mio nome è Iskandar (che nel vostro italiano dovrebbe tradursi con Alessandro)