Altra bella tappa del nostro viaggio in Saudi, e’ stata quella nella parte nord, nella citta’ di Sakaka e dintorni.
Qui abbiamo dormito in un hotel veramente sgrauso, anche se pulitissimo, trovato sulla Lonely Planet (cara LP, ho capito che la guida per l’Arabia Saudita e’ solo un esercizio, visto che i turisti non ci possono andare, pero’ accidenti, potevi guardarti in giro un po’ meglio...). Ho sperimentato infatti che qui, per luoghi diversi dalle grandi citta’, non si trova nulla online e che e’ impossibile trovare delle informazioni sugli hotel che siano 1. in inglese e 2. aggiornate.
Qui abbiamo dormito in un hotel veramente sgrauso, anche se pulitissimo, trovato sulla Lonely Planet (cara LP, ho capito che la guida per l’Arabia Saudita e’ solo un esercizio, visto che i turisti non ci possono andare, pero’ accidenti, potevi guardarti in giro un po’ meglio...). Ho sperimentato infatti che qui, per luoghi diversi dalle grandi citta’, non si trova nulla online e che e’ impossibile trovare delle informazioni sugli hotel che siano 1. in inglese e 2. aggiornate.
La mattina ci viene a prendere in hotel la nostra guida (anche lui trovato fortunosamente, grazie al nostro sgrauso hotel) e un aitante giovanotto: era la polizia in borghese. Gia’ ci stava seguendo dal giorno prima e ci seguira’ in tutto per oltre 2000km! Al poliziotto in borghese ogni tanto spuntava la pistola legata al polpaccio, nascosta dal thobe! Ci hanno scortato sia per sicurezza nostra che per controllo da parte loro, ma tutti sono sempre stati gentilissimi con noi, mostrandosi curiosissimi.
Abbiamo mostrato decine di volte i documenti e ogni volta la stessa scenetta:
Polizia: “Amerikiia? Inglisiia??”
Noi: “No, Italiia”
Polizia: “Ahhhhhhhhhh, Italiiia!!!!!! Del Piero!!! Ferrari!!!!”
Noi: risatina. Vabbe’, gli siamo simpatici.
Polizia: “Amerikiia? Inglisiia??”
Noi: “No, Italiia”
Polizia: “Ahhhhhhhhhh, Italiiia!!!!!! Del Piero!!! Ferrari!!!!”
Noi: risatina. Vabbe’, gli siamo simpatici.
La nostra guida e’ un insegnante di inglese ben introdotto, di quelli che conoscono tutti, e infatti la giornata e’ un misto di visita a bellissimi posti e di visite di cortesia nei vari uffici del turismo e musei tutti uguali (leggi qui) della zona.
LE VISITE DI CORTESIA
A me piace da matti stare in mezzo alla gente quando sono in viaggio, vedere le loro abitudini, sentire le loro conversazioni. In tutti i vari uffici dove siamo stati, siamo sempre stati accolti con la massima cortesia e, nello stile arabo, ci e’ sempre stato offerto il gawa (il caffe’ arabo con cardamomo) seguito dal the’ verde alla menta e accompagnato da datteri. Per loro avere dei turisti occidentali rappresentava una novita’ e anche un diversivo; nei miei confronti (donna occidentale, che gira con la testa scoperta e che osa parlare) ci sono state reazioni a diverse intensita’ tra il cordiale, l’imbarazzato e l’indifferente. Anzi, l’atteggiamento piu’ normale e’ proprio l’indifferenza, da loro intesa come segno di rispetto.
I POSTI DA VEDERE
Abbiamo visto molte cose belle nella zona...
Lago artificiale formato dall'eccedenza d'acqua di un pozzo nei dintorni di Sakaka |
Qasr Za'abel - Sakaka |
ma due sono le cose bellissime da non perdere:
megaliti a Rajajeel |
megaliti a Rajajeel |
Rajajeel: in cima ad un altopiano spazzato dal vento in un luogo desolato sorge questo misterioso ed incredibile sito archeologico costituito da gruppetti di megaliti alti 2 metri. Sono dei menhir di cui si sa poco ma si pensa risalgano ad almeno al 2000 a.C.. Gli archeologi ritengono che le pietre facessero parte di un luogo di culto dell’Eta’ del Bronzo e che avessero un significato astrologico. Secondo una leggenda locale si tratta di rijal al-hajar (uomini di pietra) puniti da Dio per la loro infedelta’. Infatti queste pietre assomigliano proprio a gruppetti di uomini affiancati l’uno all’altro, impietriti di fronte al sole.
Qasr Marid a Domat al-Jandal |
Domat al-Jandal: in questa cittadina sperduta ci sono due perle... Qasr Marid: e’ una fortezza le cui fondamenta risalgono all’epoca nabatea (attorno all’anno zero) e alcuni documenti di epoca romana riguardanti le spedizioni della regina Zenobia in questa zona nel III secolo d.C. citano il nome di Marid. La fortezza, restaurata nel XIX secolo, e’ quindi costruita con un misto di mattoni di fango e squadrati mattoni di epoca pre-islamica.
moschea di Omar a Domat al-Jandal |
minareto della moschea di Omar a Domat al-Jandal |
L’altra cosa bellissima e’ la Moschea di Omar: e’ una delle piu’ antiche dell’Arabia Saudita e si ritiene venne fondata dal secondo califfo, Omar bin al-Khattab (che regno’ fino al 644 d.C.) durante una sua sosta in questo luogo mentre era in viaggio per Gerusalemme. Il minareto e’ meraviglioso e con dietro il cielo blu e il silenzio di quel luogo, era veramente superlativo. Non si conosce la data esatta della sua cotruzione ma la struttura fa pensare al periodo pre-islamico; la tradizione locale infatti dice che la torre venne trasformata in moschea proprio da Omar.moschea di Omar |
nei vicoli della vecchia citta' di Domat al-Jandal |
citta' vecchia di Domat al-Jandal |
IL MUSEO PRIVATO
Sosta piuttosto particolare e’ stata quella a casa di una personalita’ locale, una specie di sindaco, che ha un museo privato, fondato dal padre. Arrivati in questa grande casa, siamo stati accolti dal servo (so che questa parola a noi fa un po’ venire i brividi, ma e’ esattamente quello che questo uomo, pachistano, faceva in quella casa). Eccezionalmente io, donna, sono stata ammessa nella majalis dove abbiamo atteso che il padrone rincasasse, bevendo l’ennesimo gawa e the della giornata, accompagnato dal milionesimo dattero.
La majalis e’ una stanza tipica della casa araba, che si trova appena al di fuori della casa stessa (riservata alla famiglia stretta e quindi alle donne) all’ingresso, dove normalmente sono ammessi solo gli uomini. Questa grande stanza e’ ricoperta da grandi tappeti, si entra senza scarpe e ci si accomoda per terra appoggiati ai grandi cuscini che la circondano.
Una volta arrivato il proprietario ci ha mostrato il suo museo privato: si tratta di una raccolta di tutto un po’, di oggetti vari piu’ o meno vecchi, piu’ o meno arabi, ma la cosa piu’ incredibile e’ che aveva dei pezzi delle tombe nabatee di Mada’in Saleh! Inconcepibile per noi poter avere in casa pezzi archeologici cosi’ importanti! Alla fine della visita siamo stati invitati (e’ stato invitato M, io di conseguenza, non dimentichiamo mai che sono donna!) in un’altra majalis, enoooooorme grande come due campi da tennis, a firmare il guestbook.
La majalis e’ una stanza tipica della casa araba, che si trova appena al di fuori della casa stessa (riservata alla famiglia stretta e quindi alle donne) all’ingresso, dove normalmente sono ammessi solo gli uomini. Questa grande stanza e’ ricoperta da grandi tappeti, si entra senza scarpe e ci si accomoda per terra appoggiati ai grandi cuscini che la circondano.
Una volta arrivato il proprietario ci ha mostrato il suo museo privato: si tratta di una raccolta di tutto un po’, di oggetti vari piu’ o meno vecchi, piu’ o meno arabi, ma la cosa piu’ incredibile e’ che aveva dei pezzi delle tombe nabatee di Mada’in Saleh! Inconcepibile per noi poter avere in casa pezzi archeologici cosi’ importanti! Alla fine della visita siamo stati invitati (e’ stato invitato M, io di conseguenza, non dimentichiamo mai che sono donna!) in un’altra majalis, enoooooorme grande come due campi da tennis, a firmare il guestbook.
Questa e’ stata un’altra bellissima tappa del nostro viaggio, una tappa dell’Arabia profonda, lontana anni luce dal nostro mondo, una giornata vissuta nello stile arabo, con i loro tempi, lenti e scanditi dalle preghiere, con le loro abitudini, fermandosi a salutare e a bere gawa con ogni amico o conoscente, con la loro lingua, visto che l’inglese e’ scarsamente parlato...
Un’esperienza bellissima e vera...
شكرًا
شكرًا
2 commenti:
شكرًا ً sempre interessante!
grazie a te Anonimo!
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