Chi mai andrebbe in vacanza a Kuwait City???? Noi, ovvio.
E' a soli 450 km da qui e ci siamo
andati in macchina, per un week end fuori porta. All’andata abbiamo perso
tantissimo tempo alla frontiera, per il Visto: non si tratta di attivita’ complesse (compili il
foglio, inseriscono i dati a computer, rilevano l’impronta digitale, stampano
un foglio, lo timbrano, paghi, finito) ma da queste parti ogni adempimento
burocratico richiede un tempo indefinito e quindi sono passate un paio d’ore!
Il passaggio della frontiera e’ effettivamente un altro bell’esempio del pubblico impiego da queste parti. Dal cartello Addio Saudi Arabia a quello Benvenuti in Kuwait, e' una staffetta:
Il passaggio della frontiera e’ effettivamente un altro bell’esempio del pubblico impiego da queste parti. Dal cartello Addio Saudi Arabia a quello Benvenuti in Kuwait, e' una staffetta:
1. Sportello che consegna un foglietto bianco con i dati dell’auto
2.
Controllo passaporti
Saudita
3.
Controllo passaporti
Kuwatiano (e ufficio Visti)
4.
Omino che non sa cosa controllare,
quindi a sua discrezione ti fa passare o ti chiede i passaporti
5.
Sportello che ritira il
foglietto bianco con i dati dell’auto e ti da un foglietto giallo con i dati
dell’auto
6.
Dogana per controllo
bagagliaio e timbro del foglietto giallo
7.
Altro omino che controlla
sei hai il timbro sul foglietto giallo
8.
Sportello per pagamento
assicurazione
9.
Sportello per consegna
foglietto giallo con i dati dell’auto
Efficiente no?!?! No...ma permette di dare lavoro a molta gente!
Il Kuwait e’ un fazzoletto di deserto sotto il quale scorrono fiumi di petrolio, di questa ricchezza beneficiano tutti, e la quasi totalita’ dei cittadini kuwaitiani e’ dipendente pubblico. Il resto della popolazione, oltre il 65% del totale, e’ quella che lavora davvero e sono immigrati asiatici. Alcool e maiale sono vietati anche li, il paese e’ un po’ piu’ aperto rispetto a Saudi soprattutto riguardo la condizione della donna, il benessere economico e’ palese, ma io ho notato la solita aria un po’ triste. Forse sono i postumi invisibili della guerra.
In Kuwait non si vedono segni dell’invasione irachena se non
nel museo ad essa dedicata: il Kuwait House of National Memorial Museum. Il museo e’
costituito da plastici (tipo quelli di Porta a Porta, ma piu’ grandi) che
ricostruiscono scene di guerra, con il racconto di sottofondo, con tanto di
simulazione di rumori luci e fuochi, tutto con decine di lucine led. In altre
sale ci sono delle foto degli orrori causati da Saddam, piuttosto
impressionanti, e altre foto che ritraggono i soldati dei paesi alleati in
scene di guerra e di pace, in assistenza alla popolazione locale. Secondo me vale la pena visitarlo, giusto per capire cosa hanno vissuto le persone che incontri. Perche' quella guerra e' proprio recente.
Simbolo di Kuwait City sono le Kuwait Towers, che durante la guerra sono state devastate e utilizzate come bersaglio di tiro dalle truppe irachene. Si puo’ salire solo nella torre piu’ alta per vedere lo skyline. Il panorama di Kuwait City e’ disomogeneo: grattacieli altissimi con strutture elaborate spuntano nel niente, un po’ qua e un po’ la’, senza un preciso ordine, senza che sia stata identificata la zona della city.
Kuwait Towers |
Simbolo di Kuwait City sono le Kuwait Towers, che durante la guerra sono state devastate e utilizzate come bersaglio di tiro dalle truppe irachene. Si puo’ salire solo nella torre piu’ alta per vedere lo skyline. Il panorama di Kuwait City e’ disomogeneo: grattacieli altissimi con strutture elaborate spuntano nel niente, un po’ qua e un po’ la’, senza un preciso ordine, senza che sia stata identificata la zona della city.
Nella zona dei souq ci sono diverse botteghe che vendono tessuti e laboratori di
abaya, e molti negozi di oud e profumi. L’acquisto piu’ interessante pero’ l’abbiamo
fatto a Bait as-Sadu. E’ una antica casa tipica, con bellissimi cortili
interni, che accoglie un museo sulla tessitura a telaio delle donne beduine,
che viene anche insegnata li’ in corsi e workshop. Abbiamo quindi preso il
nostro bel tappeto beduino tessuto a mano in lana di pecora.
Tappeti beduini tessuti a mano |
Friday Market: bancarella di vestiti e maschere |
Friday Market: un albero di Natale tra gli oggetti usati |
Altra tappa immancabile a Kuwait City e’ il Friday Market.
Intanto noterete che di Friday qui lavorano!! Appena fuori dal centro citta’ il
venerdi si tiene un enorme mercato semi-coperto, dove trovi praticamente di
tutto: tappeti, casalinghi, arredamenti, cose usate, frutta e verdura, animali
vivi, tendaggi, vestiti...ci sono anche svariate bancarelle di tessuti dove
ovviamente mi sono soffermata e dove ho preso un po’ di materiali per pochi
fils. Gironzolando abbiamo anche visto inaspettati oggetti come un albero di
Natale, un flipper americano e un vecchio telefono marchiato SIP!!!!!
Nella zona vegetables abbiamo comprato uno strano vegetale, carissimo, che sembra una patata ma ha un odore a meta’ tra un fungo e un tartufo, chiamato Faga. Abbiamo poi scoperto che si tratta di un prelibato frutto del deserto, che cresce sotto la sabbia, solo in alcuni posti e solo con particolari condizioni climatiche, ed e’ considerato cibo di Allah. Sono raccolti dai beduini, che sanno dove e quando cercarli, dopo le piogge. Adesso loro sono li, in cucina, che aspettano di sapere come intendo cucinarli.
Ma’salama!
3 commenti:
Bravissimi.... allora, sto aspettando di assaggiare questo prelibato frutto.... mi domando se sara' facile trovare una ricetta online.... sono rientrata da Milano dal matrimonio!!!!
baci da Paola !!!!
vabbè sarei proprio curioso di assaggiare il cibo di Allah, per ora pensavo il massimo fosse il kebab,,, eheh... cmq prima o poi assaggerò anche io questa fantomatica Faga,, un saluto
aggiornamento Faga:
non sono riuscita a trovare niente online e visto che la cosa conosciuta piu' simile mi sembravano i funghi, l'ho fatta trifolata...la famosa "Faga trifolata", con aglio e prezzemolo.
urend. meglio il kebab.
Posta un commento