La segregazione tra uomini e donne in Arabia Saudita e’ sempre imposta, anche a tavola. Le donne che vogliono mangiare o consumare qualcosa nei caffe’ possono farlo solo in un’area dedicata alle famiglie, la Family Section, se c’e’, altrimenti ciccia, non bevi e non mangi!
Ho potuto notare che il rigore di questa regola e’ diverso a seconda dell’area, come al solito dove siamo noi sono mediamente rigidi, in altre zone (tipo la mitica Jeddah) so che sono piu’ morbidi ed in altre ancora (Ha’il!!!!) ho sperimentato che sono intransigenti, con tanto di incazzatura conseguente.
Qui quasi tutti i ristoranti e i caffe’ (tipo Starbucks, ma che trovi solo nei centri commerciali) hanno una sezione dedicata alle famiglie o alle signore sole, che certe volte e’ persino piu’ grande di quella per i maschi singoli. Normalmente la family section di un ristorante e’ organizzata a cubicoli, attorno ad ogni tavolo ci sono delle tende o dei separe’ che impediscono a chiunque di vedere oltre. Questo permette alle donne arabe che normalmente coprono il viso di potersi scoprire e mangiare, senza dover fare le acrobazie per infilarsi la forchetta sotto la maschera.
Ma mica sempre si trovano queste aree! Durante il nostro viaggio nel nord dell’Arabia Saudita abbiamo fatto una tappa nella cittadina di Ha’il, una frustrante tappa, per me povera donna. Si tratta di una cittadina molto chiusa, dove non c’e’ neanche un occidentale, dove nessuno parla l’inglese (abbiamo chiesto delle informazioni all’ufficio postale e non capendoci ci hanno mandato in un negozio di traslochi gestito da un filippino con il quale abbiamo potuto comunicare usando piu’ di 10 parole in inglese) e dove le donne non sono considerate in alcun modo. Pochissime donne erano in giro per il souq e nessuna aveva il volto scoperto (come invece da queste parti capita sempre piu’ spesso).
Si fa ora di cena, seguiamo la Lonely Planet e andiamo in un bel ristorante arabo, consigliatissimo anche dai locali, un bel posto dove sia il cibo che l’arredo sono autenticamente arabi...peccato che non hanno la family section, quindi giriamo i tacchi e andiamo.
Secondo ristorante segnalato dalla Lonely Planet: leggo che non ha una vera e propria sezione per famiglie ma che possono servire dell’ottimo cibo libanese alle donne, in un locale nell’adiacente hotel. M entra, io aspetto fuori come i cagnolini, e la risposta e’ stata No!, con tanto di espressione un po’ schifata. Io gia’ inizio a dare in escandescenza...
In giro non ci sono molti ristoranti, e’ evidente che non si tratta di una cittadina molto vivace, giriamo intorno, chiediamo al pakistano dove la mattina avevamo comprato la colazione araba (buonissima! Peccato che anche quella l’avevo dovuta mangiare in macchina...) ma non ne caviamo molto.
Finalmente, dopo un’ora e mezza approdiamo in una zona periferica, dove oltre ai soliti schifidi locali fast food (qui ne vanno pazzi, per loro e’ l’alternativa esotica alla kabsa), troviamo un ristorante indiano che finalmente ha la family section! Ingresso separato, lungo corridoio con le solite tende zozze, solite luci al neon. Insomma fa schifo, ma la fame e’ brutta e alternative non ce ne sono.
Questa e’ stata un’esperienza davvero umiliante, fino ad ora l’unica cosi, di quelle che ti fanno incacchiare...meno male pero’ che non tutta l’Arabia Saudita e’ cosi’! Perche’ l’essere donna qui non ha solo svantaggi...ne sono convinta.
Nota di servizio: chiudo per qualche settimana, torno nel vecchio continente a prendere un po’ di fresco!
اَلسَّلامُ عَلَيْكُمْ