martedì 29 gennaio 2013

UN BUON GAWA

Ecco una pausa dallo shopping, nel nuovo caffe' aperto al mall.
Stranamente, e' molto carino e si beve un buon gawa (sarebbe piu' corretto traslitterarlo qahua, ma tutti dicono gawa), il caffe' arabo.

i grandi dischi di paglia sono tradizionalmente usati
per far asciugare i datteri
gawa nella dallah e datteri


la dallah:
la paglia nel becco funziona da filtro

La preparazione del caffe' arabo e' un affare serio. Che viene tramandato in famiglia. E ogni famiglia ha la propria ricetta. E tutti pensano di avere la ricetta migliore.
Vi spiego qui quella che hanno raccontato a noi, con qualche foto un po' scarsa, ma che rende l'idea. D'altronde si tratta di una preparazione non da sceneggiatura, ma reale e quotidiana. E comunque, grazie al fotografo che le ha fatte per il mio blog!!

Innanzitutto riempire a tre quarti una brocca adatta al fuoco con acqua:


una normalissima brocca per far bollire l'acqua

all'acqua si aggiunge un cucchiaio e mezzo da tavola di caffe' macinato (miscela arabica, ovviamente!):

si fa bollire il tutto a fuoco lento per 1 ora, alla faccia del nostro caffe' espresso!

qahua macinato


Poi si versa il tutto in una brocca da servizio, che nel caso del bar e' una dallah dorata come quella fotografata sopra, nel caso invece di una situazione piu' informale e' una delle orrende brocche di plastica, che si trovano ovunque nel middle east, come questa:

imitazione in plastica di dallah
Qui si aggiungono un cucchiaio di cardamomo macinato (io lo adoro...in bacche lo metto ovunque):

cardamomo macinato
Vengono anche aggiunte altre spezie in minima quantita', che variano in base alla provenienza geografica della famiglia (e della tribu'). Di solito si tratta di zenzero, zafferano o cannella.

Ci volete provare? E' buonissimo...

آلقهوة

martedì 22 gennaio 2013

ECCOLO DI NUOVO...IL MUTAWA

E ti pareva, solo un paio di mesi fa scrivevo qui del mio primo incontro col mutawa e voila' me lo becco di nuovo!
Ieri mattina ero al mall, da sola che giravo per negozi. Cosi' come decine di altre expat. Si perche' tutti i compound hanno un bus che fa servizio la mattina verso i mall, visto che le donne non possono guidare.
Insomma, al mutawa piace vincere facile, quindi va al mall proprio quando c'e' l'imbarazzo della scelta di donne con la testa scoperta a cui rompere le scatole.
Ed e' toccato anche a me.
Cammino col solito sguardo all'orizzonte e sento: "Excuse me, Madam", mi viene istintivo alzare lo sguardo: vedo la strana coppia mutawa + poliziotto. Il mutawa era un omone enorme, vestito ovviamente col thobe, ma senza qui segni distintivi, come il ghutra senza aghal (vedere qui di cosa si tratta), thobe corto in caviglia tipo acqua alta in casa, barba lunga. Insomma senza il poliziotto di fianco non l'avrei riconosciuto.
A distanza mi intima:"Cover your head!".
Io ho distolto lo sguardo e ho tirato dritto...io l'hijiab non l'avevo nemmeno in borsetta, anche se di solito in questa stagione (fa freddino anche qui!!!) me lo porto come sciarpina attorno al collo! E comunque non me lo sarei messo.
Venti metri piu' avanti, di nuovo una voce: "Cover your head!", ma stavolta non mi fregano, non mi scompongo di un millimetro e tiro dritto. Probabilmente questo era uno che si e' esaltato vedendo il mutawa e ha pensato di imitarlo.
Fortunatamente non mi sono agitata troppo, in fondo non stavo mica facendo nulla di vietato, non sta scritto da nessuna parte che qui anche noi non-musulmane dobbiamo coprirci la testa (mentre per esempio, in Iran e' fatto obbligo a tutte le donne di indossare abaya e hijiab: ti avvisano con un cartello all'arrivo in aeroporto).
Poi pero' ci ripensi e ti girano anche un po' le scatole...per come noi donne siamo trattate, in qualsiasi cultura (compresa la nostra cultura occidentale!!!) e per alcuni contrasti che ai nostri occhi sembrano ipocrisie.
Qui le loro donne in pubblico le vogliono belle coperte:

scusate per la sedia in mezzo!!




Ma poi sotto sotto mettono biancheria che io non mi sognerei mai di indossare, neanche a carnevale!!


uno dei tanti completini in vendita
le giarrettiere...non vedo quelle XXXL,
probabilmente gia' vendute!


il completino da Babba Natale!


Chissa' se il mutawa ha avuto da ridire per il richiamo a Babbo Natale del completino intimo qui sopra...


lunedì 21 gennaio 2013

LA PATENTE

Il rinnovo della patente e' una di quelle cose che ti scandiscono il tempo e te lo ricordano in modo proprio brutto brutto...perche' ti dice che sono passati gia' 10 anni! E l'estate scorsa la mia patente e' scaduta ancora. Per ben la seconda volta nella mia vita.
Quindi mi sono trovata di fronte al problema di rinnovare la patente da espatriata donna in un paese dove le donne non possono guidare...
Meno male che al nostro Consolato ci sono persone molto gentili e competenti, sara' che gli italiani qui non sono moltissimi ma il servizio e' eccellente. Immagino che il consolato di Londra sia piu' affollato dell'anagrafe del Comune di Milano.
Va be' insomma, faccio quello che mi dice il Consolato e cioe':
- visita medica con il medico fiduciario dell'Ambasciata, saudita che parla italiano,
- appuntamento presso il Consolato per la pratica.

Tutto cio' deve necessariamente avvenire a Riad, cioe' a 4 ore di macchina da qui, incastrando tutto con precisione in un paio di giorni fuori casa ce la si fa.

Visita medica:
vado all'ospedale dove si trova il medico preposto, molto gentilmente mi misura la vista. Seduti uno di fronte all'altro con in mezzo una scrivania, prende un calendario da tavolo con i numeri grandi, lo tende all'indietro con un braccio e mi chiede di leggerli. Lo avrei fatto agilmente anche senza le lenti a contatto. E sono cecata, io.

Consolato:
presento tutti i documenti, compreso il foglio del dottore, e mi consegnano un foglio stampato da computer e firmato, che attesta che la mia patente e' rinnovata per altri 10 anni! A dire il vero sembra che l'ho fatto io a casa, meno male che una parvenza di autenticita' gliela danno la marca da bollo e il timbro dell'Ambasciata. Sto foglio va portato in giro con la patente, della quale diventa parte integrante per poter guidare.

Ora, va bene tutto, ma se mi fermano in qualsiasi paese che non sia l'Italia (o l'Arabia Saudita, ovviamente) e mi chiedono di favorire i documenti...se gli consegno la patente rosa con la foto di quando avevo 19 anni (stiamo parlando dei primissimi anni 90...) unitamente a sto foglietto....come minimo mi ridono in faccia. Non parliamo, poi, se dovessi noleggiare un'auto. Io, in questa situazione, non mi ci voglio trovare. Appena torno in Italia chiedo la sostituzione con una patente decente.
Cosi' ho detto all'epoca.
Cosi' ho fatto in dicembre, quando ho passato qualche settimana in Italia.

Motorizzazione di Milano: un girone dell'inferno.
Mi presento con tutta la documentazione necessaria, abbondo anche con i vari certificati di iscrizione all'AIRE (anagrafe degli italiani residenti all'estero), per avere la mia patente.
L'impiegato al di la' dello sportello si consulta con la collega e affermano che devono trattenere il prezioso foglietto dell'Ambasciata, lasciandomi una schifida fotocopia firmata e timbrata da uno di loro, mentre mi lasciano la patente rosa. Unica controindicazione: non e' detto che se mi fermano io non possa avere problemi, e men che meno e' valida all'estero. Io monto.......me li sarei mangiati. Ma che cavolo di ragionamento eh?!?!? non potete mica appiedarmi così!!! Non c'e' stato verso di ragionare. Rinuncio, per il momento, a chiedere il duplicato della mia patente.
Ma non paga, cerco l'URP, il misconosciuto Ufficio per le Relazioni con il Pubblico. Intanto per trovarlo ho dovuto chiedere a diversi impiegati, nessuno sapeva cosa fosse o dove si trovasse...questo tanto per far capire l'intensa attivita' del dirigente titolare della posizione. Intensa attivita' confermata quando ho finalmente trovato l'ufficio e sono entrata. Una grande stanza con una scrivania VUOTA in un angolo, con solo un computer sopra, senza un foglio, senza una penna, senza neanche la foto del matrimonio di una figlia...niente. Dietro la scrivania, il Dirigente. Guardava fuori dalla finestra, forse cercava l'ispirazione per capire come migliorare il servizio...oppure per come imboscarsi meglio, fino alla pausa pranzo. Non che avessi alcun dubbio sull'esito della conversazione, ma ovvio che non ho cavato alcun ragno dal buco.
Me ne vado frustrata. Purtroppo quando si e' fuori dall'Italia, i suoi difetti ed inefficienza si vedono meglio, in tutto il loro splendore.
Ancor peggio pero' e' il fatto che sti apparati parassiti, non solo hanno regole insensate, ma non si sa nemmeno se siano davvero regole!
Mi spiego.
Verso la fine del mio soggiorno, dovendo tornare in Saudi e quindi venendo meno l'utilita' di avere una patente di guida, torno in Motorizzazione, al girone infernale, di nuovo con tutta la mia documentazione.
Allo sportello, l'impiegata si consulta con la collega e...."eccccerto Lina, certo che il foglietto dell'Ambasciata resta alla signora, le serve per guidare! e senno' come fa?!?" e Lina:" proprio quello che pensavo io!!". Consegno la documentazione, comprese le fotocopie di patente rosa e famigerato foglietto. Fotocopie, perche' gli originali restano a me. Eccccerto, senno' come fa la signora?
Me ne vado dall'ufficio, sempre più convinta che se la nostra povera e bella Italia sta andando a scatafascio, un motivo ci sara'...e forse piu' di uno.
E poi mi chiedono se non e' difficile vivere in Arabia Saudita...

ماشاء ألله

giovedì 10 gennaio 2013

LA TASTIERA DEL PICCI'

E' un po' che volevo spiegare una cosa.
Quando scrivo parole accentate, quasi sempre le vedete con l'apostrofo, anziche' (appunto!) con l'accento.
Non e' che io sia 'gnuranta (o magari anche si...) ma e' che la mia tastiera non ce l'ha, le lettere con l'accento!

Eccola, la tastiera anglo-araba!
Tanto carina ma alle esigenze della nostra lingua non ci pensa...
لا شَكَّ


domenica 6 gennaio 2013

LA FATURA

Sara' che trovo la lingua araba bella anche da vedere, ma ho sempre subito un certo fascino dagli scontrini di queste parti...

Ed ecco la Fatura - فاتورة, appunto!

E' una delle tante parole che l'arabo e l'italiano condividono, non so chi sia venuto prima, se l'uovo o la gallina, ma ce ne sono parecchie e, se le identificate, incrementate velocemente il vostro vocabolario di arabo!
Eccone qualcuna: ananas أَناناس, pantaloni بَنطَلون, sala صاله, balcone نَلْكون, cravatta كْرَفاته.

Fatura del ristorante.
Ci siamo stati il 30/12 e non il 31/12 come e' scritto...
ma tanto che differenza fa per loro??
 
Fatura del supermercato.






















Andando ai prezzi, mangiare fuori non e' costoso generalmente (qui si tratta di un ristorante libanese) mentre fare la spesa al supermercato, soprattutto se compri cose importate, i prezzi salgono notevolmente.
La pasta, per esempio. Esiste anche quella fatta in Saudi, e alcune marche non sono neanche tanto male. Eccoli, i famosi Macaruuna sauditi:

Macaruuna Made in Saudi

Poi c'e' stato il Natale...qui e' un giorno come un altro, la gente lavora e i festeggiamenti si fanno solo nel compound, con gli alberi di Natale importati di nascosto. In qualche negozio si trovano degli addobbi, senza ovviamente alcun riferimento al Natale. Mi hanno detto che un negozio aveva addirittura messo degli alberi addobbati - di sole luci, niente palle - in vetrina, ma i Mutawa glieli hanno fatti togliere.
Ma a Natale si festeggia col panettone e ogni tanto si trova anche quello. Eccolo proprio nel supermercato appena aperto:

Panettoni in Saudi! un po' carucci...
Oggi e' la Befana e devo smontare l'albero...Quindi non faccio auguri, sia perché il Natale e' passato da un pezzo, sia perché da queste parti sono vietati. E vengono evitati anche in quei paesi meno rigidi, come il Bahrain, dove la liberta' di culto esiste, a differenza che in Saudi.
Ecco come si risolve la questione: non auguri di Natale, ma

Season's Greetings!!!!